Eboli

"La recente rimozione dei resti del patriota Ferdinando Martucciello, fucilato dai fascisti all’età di 21 anni a Reggiolo per aver rifiutato di combattere con la Repubblica di Salò a fianco dei nazisti, costituisce un insulto non solo alla memoria della Resistenza, ma essendo stata distrutta anche la stele e la bandiera tricolore che ne connaturavano il carattere di tomba monumentale, configura anche una violazione dei diritti cimiteriali e un oltraggio alla bandiera, di cui l’Api chiederà conto nei confronti dei dirigenti comunale responsabili". Comincia così la nota a firma del presidente provinciale di Anpi Salerno, Ubaldo Baldi, e della guida della sezione partigiana della Valle e Piana del Sele Massimiliano Voza.

"Il giovane patriota ebolitano, sbandato dopo l’8 settembre, non avendo potuto tornare a Eboli attraversando la linea gotica del fronte, era stato nascosto assieme a un altro giovane militare in casa di antifascisti locali. La denunzia vile di un ragazzo li fece catturare e portati nella Valle di Novellara, dove il 27 novembre del 1944 furono uccisi, luogo dove ora sorge un cippo in loro memoria", il ricordo dell'associazione.

"L’Anpi provinciale e la sezione Valle-Piana del Sele chiedono le scuse del Comune di Eboli per tale spiacevole e offensivo episodio di negligenza istituzionale e la ricostruzione della tomba monumentale con cerimonia ufficiale alla quale parteciperemo con orgoglio antifascista per ribadire le medesime motivazioni iscritte nella lapide di Reggiolo", il monito di Baldi e Voza.