Benevento

Imu agricola: il caos è servito. Già, perché il Tar del Lazio non ha accolto l’istanza per la sospensione dell’effecacia del decreto sul pagamento dell’Imu sui terreni agricoli, presentata dall’Anci. Si paga, dunque, tranne in casi di Comuni situati oltre i 600 metri d’altitudine, con esenzioni parziali per i terreni tra i 600 e i 281 metri. E si dovrà pagare entro il 26 gennaio: in pratica, è un pasticcio. Un pasticcio che, si potrebbe pensare, porterebbe anche un lato positivo: una boccata d’ossigeno per le casse disastrate dei comuni, ma così non è. Per quanto riguarda Benevento, l’assessore Coppola, dopo la riunione in commissione finanze a Palazzo Mosti ha prontamente illustrato il regolamento, non lesinando però perplessità. «E’ un pasticcio, senza mezzi termini. Ritengo che l’Imu agricola sia stata un provvedimento assunto, decisamente, con troppa fretta, come cittadino inoltre posso dire che il carattere retroattivo non mi sembra per nulla corretto... come assessore invece direi altro...». E l’altro è, appunto, la conseguenza della bocciatura della sospensione sui comuni: «In questo modo si introduce soltanto incertezza, in una situazione in cui di certo le certezze per i comuni non sono molto.?Non è un gettito aggiuntivo, visto che poi lo?Stato ci riduce un pari importo... aumenta l’incertezza perché non sappiamo quanto verseranno i cittadini». Una previsione è stata fatta, ma è piuttosto aleatoria: «Si tratta semplicemente di una previsione della prima ora - continua Coppola - e quindi da prendere assolutamente in quanto tale: la previsione è di un incasso di circa 700mila euro. Tuttavia non possiamo dirlo: i termini sono stretti, e non sappiamo se i cittadini pagheranno in tempo, non saprepiamo quanti non pagheranno. E dunque potremmo ritrovarci con un ulteriore residuo passivo che si andrà a determinare...». E questo, in un momento del genere, sarebbe tutt’altro che positivo per l’ente: «Significherebbe che dovremmo ridurre le spese...e al momento le spese del Comune di Benevento sono esclusivamente quelle obbligatorie. Questo provvedimento, in definitiva, non solo crea problemi ai cittadini, ma anche ai comuni. Poi vedremo cosa succederà quando si andrà nel merito...immagino ci saranno altri problemi». Per quanto attiene invece alle modalità di pagamento, Coppola le illustrate in una nota: «L’aliquota da applicare è quella di base del 7,6 per mille. La base imponibile dell’imposta per i terreni è il valore della rendita catastale rivalutata del venticinque per cento e moltiplicata per il coefficiente di 135. Per i coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali il coefficiente è invece pari a 75. I terreni agricoli posseduti e direttamente condotti da coltivatori diretti o da imprenditori agricoli professionali di cui all'articolo 1 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99, iscritti nella previdenza agricola, purché dai medesimi condotti sono soggetti all'imposta limitatamente alla parte di valore eccedente euro 6.000 e con le seguenti riduzioni: a) del 70 per cento dell'imposta gravante sulla parte di valore eccedente i predetti euro 6.000 e fino a euro 15.500; b) del 50 per cento di quella gravante sulla parte di valore eccedente euro 15.500 e fino a euro 25.500; c) del 25 per cento di quella gravante sulla parte di valore eccedente euro 25.500 e fino a euro 32.000. La parte di valore che supera i 32.000 euro è soggetta all’IMU senza alcuna riduzione.

di Cristiano Vella