Pago Veiano

La notizia è che l’ascensore si farà. E Vito avrà un motivo in più per sorridere. Ma ci sono voluti quasi quattro anni e diverse iniziative per mettere insieme i soldi necessari alla realizzazione della struttura. 

Chi è Vito? Un ragazzo con difficoltà motorie. Giovedì che viene compirà 14 anni e al secondo piano del civico 77 di Corso Margherita il vero regalo arriva dalla comunità che si è stretta attorno a questa famiglia in difficoltà.

Perché l’ascensore? Perché Vito abita in una casa popolare dove la mano del progettista è stata guidata dalla necessità di risparmiare. Può capitare, come effettivamente è capitato, che l’ingresso venga immaginato come un budello stretto e lungo, con tanto di scalini ripidi, fino al secondo piano. Una rampa che un 14enne si beve a due e due, ogni volta che rincasa, ogni volta che ne esce. 

Vito non può. Perso il padre qualche anno fa, al ragazzo pensa la madre: scuola, socialità, vita all’aperto, tutto passa attraverso due braccia e un cuore grande così, che fa della fatica di tutti i giorni un impegno secondario. Vito viene prima. Lui e la sua sedia particolare.

Di qui, l’idea di dotare l’edificio di un ascensore con due fermate: piano terra e casa di Vito. Facile? Macché. Pago Veiano è un piccolo comune e investire 20mila euro per una struttura del genere non sta nel bilancio. Ma l’amministrazione comunale ha messo il timbro sull’iniziativa, l’ha resa pubblica, l’ha sostenuta prendendosi carico della burocrazia molossoide (pensate che, anche gratis, un progettista non può farsi carico dell’iniziativa senza passare da procedure, elenchi particolari, nulla osta da chiedere) che presiede gli appalti, anche se inferiori delle somme che rendono obbligatorie le gare. Non solo: sul sito del Comune di Pago Veiano, euro dopo euro, c’è l’elenco dettagliato di tutto quello che è stato incassato e messo da parte. La prima donazione risale al dicembre del 2018 e Vito aveva solo dieci anni: alla fine sono stati raccolti 17mila, 395 euro e 50 centesimi.

Che significa? Se uno immagina che almeno una volta al giorno Vito ha la fortuna di uscire di casa, e che da quando si è pensato a un ascensore sono trascorsi quattro anni, moltiplicando per le due volte che si sale e si scende quella scalinata, sono 2920 abbracci, belli ma pesanti.

A farsi carico della progettazione, senza parcella, è stato l’architetto Luigi Rito Pennucci. L’ascensore sarà realizzato su un lato dell’edificio e si aprirà direttamente nell’appartamento di Vito, che dovrà semplicemente spingere la sua sedia particolare e poi potrà andare a scuola, fare una passeggiata o qualsiasi altra cosa immagini nel corso di una giornata. 

Il capo dell’ufficio tecnico del Comune di Pago Veiano, l’ingegnere Salvatore De Ieso, è fiducioso: l’ultimo ostacolo è l’individuazione della ditta specializzata. Poi l’opera sarà messa in posa. Magari sarà pronta per l’estate e le giornate di sole da trascorrere all’aria aperta.

La storia di Vito è emblematica di come la disabilità possa finire in un amplificatore di difficoltà quando a doverla gestire è un piccolo comune di una zona interna. Niente ha se non il cuore da gettare oltre l’ostacolo.