Eboli

Duro colpo dei carabinbieri del comando provinciale di Salerno ad un'organizzazione specializzata nel traffico di rifiuti tossici, speciali e pericolosi. Il gip ha disposto un'ordinanza di custodia cautelare per 14 persone, 6 in carcere e 8 ai domiciliari. Il blitz - coordinato dalla Dda di Salerno - è scattato nelle province di Salerno, Caserta e Napoli.

L'operazione (denominata "Gold Business" visti i soldi facili che si racimolavano) prende le mosse da un'indagine avviata nel febbraio 2019 da parte dei carabinieri della compagnia di Eboli. Intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno consentito di disarticolare una fittissima rete criminale con ramificazioni nei Comuni di Serre, Altavilla Silentina, Castel San Giorgio, Sant’Egidio del Monte Albino, Angri , Scafati, Mercato San Severino, Torre Annunziata, Boscoreale, Castellammare di Stabia e Maddaloni.

A capo del sodalizio, secondo gli inquirenti, Antonio Romagnuolo che si avvaleva della complicità di Michele Acampora, quale procacciatore e intermediario. Nella rete anche autisti dei mezzi e proprietari di aziende agricole, terreni e macchinari. Dalle indagini sarebbe emerso come gli indagati gestivano il traffico di rifiuti (per lo più speciali) presso imprese spurgo pozzi neri, conserviere e conciare.

Per ogni carico, il corrispettivo per lo smaltimento illegale andava dai mille ai tremila euro: i veleni finivano poi nei terreni agricoli, ma anche in zone sottoposte a vincoli e riserva naturale, trasformate così in discariche abusive e pericolose.

Nel provvedimento giudiziario, i magistrati hanno ravvisato la "totale assenza di scrupoli nel condurre il traffico illecito di rifiuti,  agendo in totale dispregio delle norme di tutela ambientale e del territorio, per uniche finalità di profitto, volte al considerevole risparmio dei costi aziendali rispetto al loro smaltimento legale. L’organizzazione delittuosa è risultata particolarmente pericolosa per avere piena disponibilità di terreni ed aziende di proprietà degli indagati e di società da essi stessi amministrate e gestite, i cui fondi sono stati trasformati stabilmente in discariche dannosissime per le ripercussioni sull’ambiente e con alterazioni incalcolabili (e forse irreparabili) per l’eco-sistema. Discariche, in alcuni casi costituite anche in terreni del demanio regionale, che subivano, di fatto, una modifica della loro destinazione d’uso con l’ausilio di escavatori e mezzi di movimento terra", come si legge negli incartamenti predisposti dalla procura salernitana. 

Non solo. Al gruppo viene contestata la sistematica strategia per violare le regole, attraverso lo scambio di targhe degli autocarri e dei rimorchi utilizzati per trasportare i veleni. Il quadro ambientale che emerge dalle indagini è preoccupante: traffici che andavano avanti da tempo, con rifiuti interrati anche a tre metri di profondità.

A destare particolare preoccupazione sono stati alcuni scarichi di rifiuti speciali ed ecotossici a meno di 150 metri dal fiume Calore, nella riserva naturale del Foce Sele e Tanagro, ma anche una discarica di rifiuti speciali e indifferenziati in un fondo a Serre, di proprietà della Regione Campania. I carabinieri hanno anche trovato letame e liquami e 120 taniche di prodotti acidi, corrosivi e pericolosi (utilizzati per la pulizia delle sale mungiture)interrati.

Nel corso dell'operazione sono state sequestrate inoltre tre aziende (a Sant’Egidio del Monte Albino, Castellamare di Stabia e Scafati), 6 autocarri, 1 mezzo agricolo ed 1 escavatore utilizzato per il tombamento dei rifiuti, oltre 25mila metri quadrati di terreni adibiti a discarica abusiva. Un giro d'affari illegale, costruito sulle spalle dell'ecosistema, di circa un milione di euro.

Giovanbattista Lanzilli

Sara Botte