Salerno

San Valentino e Carnevale continuano i sacrifici delle imprese. “Come già detto ampiamente l''ottimismo ed i buoni propositi del 2020 hanno trovato in questi primi due mesi del 2021 zero riscontri e nemmeno le previsioni a lungo termine sembrano incoraggianti. Turismo invernale in piena crisi tra continue e reiterate incomprensioni istituzionali, pubblici esercizi al collasso, gli oltre quattromila ristoranti tra Salerno e provincia dei quali aperti circa il per il 60 per cento specie con servizio pizzeria e delivery, quasi tutti hanno registrato cali di oltre il 40 per cento in meno rispetto agli anni precedenti, trend costante tra limitazioni e chiusure soltanto in parte compensato dalle attività diurne. Per il settore della ristorazione, - dichiara il presidente provinciale della Confesercenti Salerno Raffaele Esposito - risultano ancora incomprensibili le scelte delle chiusure serali dettate dai vari CTS, come se il Covid agisse ad orari predeterminati soprattutto dopo che i nostri esercenti hanno già investito per rendere sicuri gli ambienti proprio sulla scorta dei disciplinari tecnici diramati. Invece oggi assistiamo ad intere categorie ancora più disperate come i fioristi per i mancati incassi del tradizionale San Valentino e tutte le attività commerciali legate alla vita delle nostre comunità ancora in crisi per le mancate opportunità di convivialità specie per i bambini come ad esempio i vari carnevali rionali di cui è ricca la nostra tradizione.

Un sacrificio giusto certamente perché il virus è ancora fortemente tra noi, ma fino a quando sarà ormai più tollerabile? È questo il grande interrogativo prosegue il presidente Esposito, qui non è in discussione la lotta alla Pandemia ma adesso bisogna cambiare registro bisogna innestare la marcia della ripresa, senza più ripensamenti dell'ultima ora, senza più alimentare confusione ed incertezza, bisogna assolutamente implementare la vaccinazione di massa, ripartendo come da nostra richiesta anche dagli imprenditori che sono in prima linea e promuovere efficacemente una politica economica di sostegno che miri prima di tutto a risarcire le imprese effettivamente danneggiate e non solamente a "ristorarle" con delle misure certamente utili ma che possono soltanto posticipare la chiusura di molte imprese e certamente non risollevarle completamente.

Occorrono questo mix virtuoso di azioni, unitamente ad una nuova tassazione sostenibile e non oppressiva, se vogliamo davvero una Italia ancora viva nelle proprie peculiari, uniche ed invidiate nel mondo, piccole e micro attività. Sentiamo parlare di un nuovo e possibile lockdown totale, vorremmo ricordare che siamo sempre stati in una fase di “lockdown camuffato” e comunque sempre con forti limitazioni personali e per le tantissime attività di impresa, questa prospettiva non alimenta un clima di speranza e di ripresa, così come quello ascoltato di recente tra mille polemiche di una possibile posticipazione dell'anno scolastico che pregiudicherebbe di molto i flussi del turismo domestico. Bisogna in qualche modo agire, in maniera decisa ma ragionata e concertata con il mondo delle imprese, per garantire una ripresa vera, effettiva, almeno per “governare” con una certa sicurezza la prossima stagione estiva che è probabilmente l'ultimo, ma più corposo e delicato, banco di prova che se dovesse saltare rischierebbe davvero di mandare in miseria intere comunità”.