Una scelta folle che va contro la regola della competitività. La boxe si conferma uno sport dove tutto può succedere non solo sul ring ma soprattutto fuori. La battaglia preolimpica si sta combattendo nelle stanze federali e non sul quadrato magico, una cosa assurda. La novità è di quelle clamorose. Il torneo di qualificazione mondiale, previsto in un primo momento a giugno a Parigi, è stato definitivamente cancellato. Si va avanti con quello continentale che andrà in scena nel mese di giugno, prendendo il posto in calendario di quello mondiale, in una sede che verrà comunicata tra qualche giorno. Dunque come farà a qualificarsi chi è già uscito da quello Mondiale? E qui viene il bello, o forse meglio dire il pasticcio politico. Nel comunicato ufficiale si legge: “Di conseguenza i 53 pass olimpici (32 Uomini e 21 Donne) in palio in questo torneo (quello mondiale), saranno assegnati tramite Ranking, che sarà definito al termine del Torneo di qualificazione Europeo”. Una scelta che piace a pochi, perché si tratta di una forzatura politica, voluta da alcune federazioni, che mette a rischio la variante morale della competizione sportiva.