Le sue lacrime al “Mapei Stadium” di Reggio Emilia, dopo aver fallito il calcio di rigore del potenziale pareggio, hanno fatto il giro d'Italia. Una notte amara, quella della finale di Supercoppa Italiana, vinta dalla Juventus con il finale di 2-0. Vagonata di rimpianti per il Napoli. Ma il calcio è una ruota che gira. Vorticosamente. Offre rivincite da saper cogliere al volo. Nel momento più difficile, con Gattuso sulla graticola e un dilagante scoramento generale, Insigne ha trovato il riscatto personale sfatando pure il tabù del dischetto stregato contro la Vecchia Signora. Centro, il centesimo in azzurro, al quarto tentativo. I tre penalty di fila falliti contro i bianconeri, ora, fanno meno male. Una dedica col cuore, quella del capitano, per la sua dolce metà, e una prova tutta cuore e grinta, quella dell'undici partenopeo. I complimenti a fine gara, nello spogliatoio, da parte del presidente De Laurentiis, se non di pace, profumano almeno di tregua. E, allora, via la barba di Gattuso per scaramanzia, l'abbraccio del gruppo al mister, bersagliato e strattonato da critiche e polemiche. Una vittoria per ripartire, anche da chi c'è ed era stato dimenticato: da Meret, lesto a rispondere “presente” all'infortunio nel riscaldamento di Ospina, a Maksimovic e Rrahmani, non poi così inaffidabili. Riscoperte e certezze come Lozano, stoico nel restare in campo nonostante un infortunio. Se è una vera svolta lo si scoprirà presto, ma il Napoli non era e non è, in fondo, tutto da buttare.
Il Napoli riparte dal gruppo, da Insigne e... Gattuso
Quando tutto sembrava destinato a naufragare, la reazione d'orgoglio con la Juventus
Marco Festa