Avellino

Che il vento fosse cambiato, per l'Avellino, lo si era capito. E non da oggi. In casa della Juve Stabia, dove i biancoverdi non vincevano da una vita fa; dagli anni '60, è arrivata la conferma che c'è anche un pizzico di destino, prima avverso e ora favorevole, nella poderosa scalata in classifica che raggiunge, stasera, un parziale apice: momentaneo secondo posto a +2 sul Bari, che ha osservato il turno di riposo, e -12 dalla capolista Ternana, fermata dalla neve a Potenza (gara rinviata a data da destinarsi). Il vento. Rieccolo. Aveva spinto alle spalle di Pelagotti, con la complicità del manto in erba sintetica inzuppato d'acqua del “Partenio-Lombardi”, la spazzata di sinistro di Luigi Silvestri, mandando al tappeto il Palermo. È tornato a essere amico al “Menti”, disegnando una traiettoria beffarda per le vespe, ma perfetta per Santaniello (preferito a Fella, come nelle attese), e Maniero: il primo, lesto a leggere la strana parabola, su corner del subentrato De Francesco, per andare incontro al pallone e spizzarlo di testa; il secondo a girare in porta, da rapace dell'area di rigore, e siglare il gol della vittoria, il sesto stagionale in campionato. Ottavo risultato utile di fila, sesta vittoria nelle ultime otto giornate, due soli gol subiti in otto partite. Si aggiornano, i lusinghieri numeri della remuntada irpina.

Ennesima prestazione solida, intrisa di un cinismo da grande squadra, ma scandita anche dalle polemiche, a ragion veduta, dei padroni di casa per l'arbitraggio di Marini della sezione di Trieste. Patria della bora, ironia della sorte. E in effetti è assai opinabile la decisione di espellere, al 60', Mulè per presunto fallo da ultimo uomo di Santaniello, imbeccato da un filtrante di prima intenzione di Luigi Silvestri. L'attaccante si defila, in zona c'è anche Esposito, ma per il direttore di gara è rosso diretto in un'esplosione di proteste tra campo e panchina. Sette minuti più tardi, la rete che decide la partita ed ancora furia locale per la percezione della sfera oltre la linea di fondo nel momento dell'inzuccata di Santaniello. Ed ancora, altro ossigeno sul fuoco vivo dei dibattiti post-partita: al 75', Tito tocca con un braccio un corner di Mastalli e viene graziato. Niente secondo giallo. Materiale per la moviola, mentre quando ti trovi di fronte un portiere come Forte c'è solo da recriminare per la sua bravura. Dopo trenta secondi grandissima parata su rasoterra di Borrelli; al 20', riflessi felini, in caduta, per neutralizzare una correzione a rete da zero metri di Marotta e, un giro di lancette più tardi, piedi ancora una volta veloci su botta ravvicinata di Elizalde. Giù sulla saracinesca e al riposo sullo 0-0.

Nel secondo tempo tutti gli episodi che già ribollono nel calderone delle disamine post-gara, la consueta girandola delle sostituzioni, due altre belle parata di Forte, su colpo di testa di Esposito e ad allontanare un retropassaggio corto di Ciancio, su cui si era avventato Fantacci, e pure un paio di chance per il raddoppio in superiorità numerica: botta di Carriero dalla distanza, disinnescata coi pugni da Russo, e destro a incrociare di Fella, con l'estremo difensore gialloblù ancora reattivo. Il tour de force dell'Avellino inizia alla grande. Mercoledì, alle 20,30, altra sfida ad alta tensione, stavolta tra le mura amiche, contro il Foggia. Per la Juve Stabia, invece, il riscatto passerà dalla trasferta di martedì contro la Cavese (ore 17,30), fermata, nel contempo, al “Rocchi” dalla Viterbese. E, allora, tornando a guardare nella sempre più letale ciurma di Miceli e compagni, in fin dei conti, si sta rivelando, davvero, tutta un questione di vento. Il tempo delle vele spiegate, gonfie, con le folate dritte in poppa è in pieno corso. Magari sarà più facile a dirsi che a farsi, ma non resta che tenere la barra a dritta. Per questo ci sono mani sicure. Quelle di un capitano dal sorriso sornione, pochi fronzoli e tutta sostanza: Piero Braglia. Che non ha fatto sconti nemmeno alla sua ex Juve Stabia.

Il tabellino.

Juve Stabia - Avellino 0-1

Marcatore: st 22' Maniero.

Juve Stabia (3-4-1-2): Russo; Esposito, Mulè, Elizalde; Garattoni, Berardocco, Vallocchia (34' st Fantacci), Al. Rizzo; Orlando (34' st Cernigoi); Borrelli (22' st Mastalli), Marotta. A disp.: Farroni, Bobo, Guarracino, Ripa, Troest, Caldore, Oliva. All.: Padalino.

Avellino (3-5-2): Forte; Rocchi, Miceli, L. Silvestri; Ciancio, Carriero, Aloi, D'Angelo (13' st De Francesco), Tito (43' st Baraye); Maniero (28' st Bernardotto), Santaniello (28' st Fella). A disp.: Pane, Ag. Rizzo, M. Silvestri, Dossena, Adamo. All.: Braglia.

Arbitro: Marini della sezione di Trieste. Assistenti: De Pasquale della sezione di Barcellona Pozzo di Gotto e Fraggetta della sezione di Catania. Quarto ufficiale: Feliciani della sezione di Teramo.

Note: Espulso al 15' st Mulè per fallo da ultimo uomo. Ammoniti: Miceli, Carriero e Tito per gioco falloso; Russo per proteste; Forte per perdita di tempo. Angoli: 8-6. Recupero: pt 1', st 5'. Gara a porte chiuse.