Racconti, ricordi, misurazioni con le canne del livello dell'acqua del fiume ogni mezz'ora, trattori in strada, stivali ai piedi e gli occhi pieni di paura, o meglio di sconforto ma non rassegnazione.
“Non possiamo continuare a vivere con questo incubo. Non è giusto e non è un modo civile di condurre la nostra vita in questo posto dove siamo nati”. Sono sconfortati i residenti di contrada Pantano che ieri sera e per tutta la notte sono stati in strada a vigilare il fiume Calore in piena.
Sono le stesse persone che 5 anni e mezzo persero tutto o quasi per colpa della drammatica alluvione.
“Siamo in strada per monitorare il livello del fiume, guardi – spiega Angelo Masotti del vivavio Ciampi distrutto nel 2015 – abbiamo delle canne che ogni mezz'ora posizioniamo nel terreno, nel punto in cui è arrivata l'acqua, per capire di quanto sale il livello. Siamo pronti a scappare”.
Una situazione psicologicamente complicata. Hanno tutti paura e lo stato d'ansia sale ancora di più quando nella loro mente, dopo le drammatiche scene dell'alluvione dell'ottobre del 2015 pensano a ciò che è stato fatto: qualche rafforzamento degli argini a singhiozzo e per brevi tratti, specialmente a Ponte Valentino e stop. Null'altro.
“Nel 2015 la situazione del fiume era tale da provocare i danni che tutti ancora abbiamo nella mente. Oggi – rimarcano altre persone scese in strada -, il fiume è ancora più sporco di detriti, alberi, tronchi ed inerti che piena dopo piena si continuano ad accumulare facendo alzare il greto del fiume e azzerando il già insufficiente livello degli argini. Non è stato fatto nulla di nulla. Abbiamo sentito parlare di progetti, tavoli di concertazione, tavoli tecnici, intenti, associazioni di imprese che avrebbero potuto effettuare i lavori a costo zero per i comuni che si affacciano sui fiumi, riunioni in Comune, Provincia, Prefettura....”. Tutto inutile.
“E stasera (ieri sera ndr) siamo qui in strada con gli stivali ai piedi - spiega invece Giuseppe, imprenditore agricolo -. Noi non ci arrendiamo. L'acqua è entrata nei nostri terreni seminati ma fa parte del gioco, ma non possiamo continuare a vivere con questa paura. Bisogna agire subito. Basta inutili 'tavoli' al termine dei quali sentiamo dire sempre le stesse cose. Servono i lavori di somma urgenza. Serve anche una una legislazione più snella per questo tipo di opere urgenti”.
Insomma dopo anni dalla drammatica alluvione che nel Sannio provocò anche vittime, nulla è cambiato e i cittadini, i residenti delle zone colpite dalla calamità ne sono ben coscienti e per questo la notte scorsa l'hanno passata insonne con le menti occupate a pensare a quel mare d'acqua che già una volta gli ha strappato troppo...
Danni nelle Valli Caudina, in particolare ad Arpaia, e Telesina dove tanti vigneti sono stati allagati dal fiume in piena.