Avellino

In fin dei conti il calcio è bello anche perché, mentre ci si sta ad arrovellare la mente su moduli, tattiche, turnover, capita l’inimmaginabile. Senza preavviso, nel bel mezzo degli sbadigli stimolati da una gara soporifera. Un soffio su un mucchio di coriandoli, a colorare un pomeriggio cupo, trascorso maledicendo (almeno inizialmente) la pioggia. D’improvviso, le vele del vascello irpino si gonfiano e in mezzo a una tempesta d’acqua s’intravede il Bari dal cannocchiale: -1, ringraziando Murilo e la Viterbese. Le scialuppe di salvataggio per Auteri, sembrano davvero finite.

Una cannonata per lanciare l’arrembaggio al secondo posto. A tirare la cordicella per far fuoco, uno con lo spirito da pirata: Luigi Silvestri. Professione difensore. E qui, la premessa è doverosa. Lui, Luigi Silvestri, non è che non avesse mai dimostrato un certo feeling con il gol, ma il suo terzo centro stagionale è roba destinata a essere ricordata a lungo, se non per sempre. Nessuna rovesciata. Nessun gesto atletico da applausi. Nessun capolavoro. Semplicemente un gol, quello che ha deciso Avellino – Palermo, che si fa fatica pure a raccontarlo. Volendoci provare, è appena iniziato il secondo tempo; duello aereo tra Accardi e Tito, lo vince il primo. La palla arriva dalle parti del bad boy biancoverde che ha Braglia che gli urla nelle orecchie. La sfortuna, immutabile, di chi transita davanti alla panchina del suo allenatore. L’imponderabile va in scena. Come? Luigi Silvestri fa quello che ogni buon difensore, vecchio stampo, farebbe: la spazza via fortissimo, con tutta la potenza che ha nel suo sinistro. Ricordate la pioggia che tutti stavano maledicendo? Diventa benedetta. Gli sguardi come quelli del pubblico a una partita di tennis, da sinistra, verso destra. Perché la palla parte come un missile e si capisce subito che, no, non va fuori. Un tocco a trecento all’ora sul manto erboso del “Partenio-Lombardi”, che si guadagna l’appellativo di terreno di gioco amico raddoppiano la velocità di crociera già considerevole per il vento a favore. Pelagotti capisce che si sta mettendo male. Un passo avanti poi corsa disperata all’indietro per cercare un colpo di reni e scongiurare la beffa. Troppo tardi. La palla lo ha già scavalcato. Dritta all’incrocio dei pali. Luigi Silvestri è già lì. Deve solo girarsi per ricevere l’abbraccio della panchina entrata in campo. Come all’andata (cross di Aloi, gol di D’Angelo) i palermitani indigesti al Palermo. Sì, il calcio non è poi una scienza perfetta e il destino disegna le sue affascinanti e imprevedibili traiettorie senza sconti.

Il paradosso è che Avellino – Palermo è davvero tutta qui, tolto un gol non convalidato a Maniero, per posizione di fuorigioco e qualche sortita senza sbocco in una girandola di sostituzioni. Tutto in un istante beffardamente decisivo, che regala 3 punti pesantissimi a Miceli e compagni. Settimo risultato utile consecutivo, quinta vittoria nelle ultime sette partite, due soli gol subito nelle ultime otto giornate. Numeri che emozionano meno di un lampo da vedere e rivedere, ma che sono preziosi come l’oro per il valore specifico, contro un avversario sostanzialmente mai pericoloso, che non è riuscito a scrollarsi di dosso l’etichetta dell’incompiuta. Ora riposo, tifando Casertana (domani, ore 21, in trasferta contro la Ternana) perché mai dire mai. Poi con Juve Stabia – Avellino (sabato 13 febbraio, ore 17,30) seconda tranche del tour de force da 6 partite in 22 giorni. Sporco, pratico e vincente, l’Avellino ci arriva così. Da vecchio lupo di mare, tra le onde della Serie C che sa, storicamente, ben domare.

Il tabellino.

Avellino - Palermo 1-0

Marcatore: st 5’ L. Silvestri.

Avellino (3-5-2): Forte; Illanes, Miceli, L. Silvestri; Ciancio (36' st Rizzo), Carriero, Aloi, D'Angelo, Tito (31' st Adamo); Fella (23' st Bernardotto), Maniero (31' st Santaniello). A disp.: Pane, M. Silvestri, De Francesco, Dossena, Errico, Rocchi, Baraye. All.: Braglia.

Palermo (4-3-3): Pelagotti; Accardi (39' st Crivello), Somma, Palazzi, Doda (24' st Almici); Broh (15' st Rauti), De Rose, Luperini; Kanoute (24' st Silipo), Saraniti, Valente (39' st Floriano). A disp.: Fallani, Martin, Lancini, Peretti, Odjer. All.: Boscaglia.

Arbitro: Gualtieri della sezione di Asti. Assistenti: Garzelli della sezione di Livorno e Santi della sezione di Prato. Quarto ufficiale: Natilla della sezione di Molfetta.

Note: Ammoniti: Carriero, Illanes e De Rose per gioco falloso. Angoli: 4-4. Recupero: pt 1’, st 5’. Gara a porte chiuse.