La strada per un governo Draghi è tutta in salita: dopo il Pd e Italia Viva, anche Forza Italia appoggia il nuovo esecutivo. Un'altra apertura si ha con il Movimento Cinque Stelle e la Lega.
Si avviano le consultazioni a Montecitorio dove sfilano per primi i partiti più piccoli, tutti all'unanimità pro Draghi, anche quelli che orbitano nel centrodestra. Il trio formato da Salvini, Meloni e Berlusconi si presenteranno divisi, così ognuno avrà modo di dire "liberamente quello che ha in testa". Dal Cavaliere, alla guida della delegazione azzurra che incontrerà il premier incaricato, arriva un vero e proprio endorsement: Draghi è una personalità di "alto profilo" e la scelta di Mattarella va nella direzione "da noi indicata".
Nicola Zingaretti parla di un necessario allargamento in Parlamento alle forze "moderate, liberali, socialiste". Ma il ragionamento non preclude l'ipotesi di un esecutivo sostenuto anche dalla Lega, spiega il segretario Dem: "la chiara vocazione europeista rende il Pd e il partito di Salvini alternativi ma spetta al professor Draghi costruire il perimetro della maggioranza". E Draghi nel suo discorso al Colle ha detto di guardare all'unità delle forze politiche e quindi anche al partito guidato da Salvini.
Il premier incaricato ascolta, prende appunti. Il Quirinale non ha posto paletti temporali: ci sarà infatti, come riferisce Maurizio Lupi, un secondo giro di consultazioni. Il primo round terminerà sabato, gli ultimi ad essere ricevuti saranno i Cinque Stelle.
Intanto si delinea una prima bozza del programma dell'ex presidente Bce: il Recovery plan non puo' essere sprecato e i fondi vanno "usati con saggezza e intelligenza". Quello che davvero servirà poi è aiutare le categorie più colpite dalla pandemia ma soprattutto procedere sul piano degli investimenti.