"Ci siamo trovati di fronte a una situazione sconcertante. E proprio nel cuore di una crisi gravissima. Mi ritrovo perfettamente nelle parole del presidente della Repubblica. Stiamo vivendo tre emergenze contemporaneamente: sanitaria, sociale ed economica. L'incarico a DRAGHI mi e' sembrato una scelta saggia". Cosi' il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, in un'intervista a La Stampa, commenta l'incarico all'ex presidente della Bce. Secondo Bonomi, DRAGHI "ha le qualita' che da tempo auspicavo: una persona seria, competente, autorevole ed efficace. Alla politica noi abbiamo sempre chiesto un metodo di lavoro. Abbiamo sperato di poterci confrontare con persone serie, autorevoli, competenti". Bonomi e' tornato sui temi del Recovery Fund e dell'importante ruolo svolto dal Mef in questa delicatissima partita. "Di fronte allo spettacolo di totale caos che stavano dando i partiti, ho richiamato la necessita' di difendere l'importanza del Mef".
"Ho personalizzato la questione con il nome del ministro perche' i partiti avevano aggirato il Mef anche nell'impostazione del Pnrr. Sono rimasto sorpreso dalle reazioni a queste mie affermazioni. Sono state scambiate per un sostegno a parti della maggioranza che Confindustria e io per primo non abbiamo mai fatto". Nel corso del colloquio ha affrontato anche il tema delle riforme necessarie all'Italia per superare la grave crisi in cui versa. "Abbiamo sempre pensato fosse necessario combattere la poverta' ma e' sotto gli occhi di tutti che il reddito di cittadinanza come strumento per favorire la ricerca di un lavoro ha fallito", ha chiarito su una possibile rimodulazione di Reddito di cittadinanza e Quota 100. "Abbiamo bisogno di una riforma radicale degli ammortizzatori sociali e di politiche attive del lavoro efficaci, non solo imperniate sui centri pubblici per l'impiego. Sono due riforme che vanno insieme. A luglio abbiamo presentato una nostra proposta al Governo. Ma non se ne e' mai fatto nulla", ha ricordato Bonomi. 
"Dobbiamo cambiare la filosofia: e' difficile immaginare di mantenere il lavoro dove era e come era in un mondo che cambia. E contemporaneamente tutelare le persone, formandole perche' abbiano la capacita' di modificare la loro professionalita'. Ma per ottenere il risultato bisogna modificare vecchie norme. Come quella che impedisce la formazione a chi si trova in cassa integrazione". E su Quota 100, Bonomi ha sottolineato: "Abbiamo sempre avvertito che Quota 100 avrebbe creato problemi di sostenibilita' del debito pubblico e aggravato l'ingiustizia verso i piu' giovani. L'idea che pensionando in anticipo i piu' anziani si creassero nuovi posti di lavoro non e' fattibile". Quanto al blocco dei licenziamenti: "All'inizio della pandemia eravamo in emergenza ed era naturale adottare un intervento di natura emergenziale come il blocco, che peraltro non e' stato adottato in nessun altro Paese occidentale. Nessuno vuole fare macelleria sociale. Dobbiamo invece graduare l'uscita dal blocco prolungando la cassa Covid per le aziende in gravi difficolta' ma togliendo i vincoli alle altre". In merito al Pnrr, Bonomi ha affermato che "il documento per il Recovery era completamente da riscrivere. Non si capiva chi dovesse gestire i fondi. E non c'erano obiettivi precisi su riforme essenziali".