Minaccia di tagliare la testa ai familiari brandendo una falce e finisce in carcere. Dovrà rispondere di violenza aggravata e minacce una donna di 67 anni di Bellona in provincia di Caserta.
Un raptus che solo per miracolo non è sfociato in una strage. Nel mirino della 67enne tre persone tra cui una bimba di soli tre anni. Si tratta dell'ennesimo gesto di squilibrio nel giro di poco tempo. La donna infatti un mese fa dopo essere uscita dall'abitazione dei propri familiari, gli stessi minacciati ieri, si accanì contro una panchina riducendola a pezzi con violenza inaudita.
Ed è la stessa donna che nel maggio del 1980 sgozzó nel piazzale antistante il Palasciano di Capua il primario del reparto di chirurgia Dario Russo a bordo della sua Fiat 132.
Nel 2014 venne di nuovo arrestata per atti persecutori nei confronti di un coetaneo di Vitulazio di cui era follemente innamorata e non ricambiata. Ieri un nuovo grave gesto che ha preoccupato non poco la comunità di Bellona e gli inquirenti. Una donna che comunque necessita di aiuto e di cure sanitarie e che forse avrebbe potuto provocare una strage familiare.