Apice

Si stanno festeggiando, in queste ore, presso il convento di Sant’Antonio di Apice, i cinquanta anni di sacerdozio di padre Albino D’Oro. Il frate, con Ottopagine, due anni fa, e chi lo ricorderà, intervenne in merito al manifesto pubblicitario, apparso su una bicicletta, di un sedicente esperto in scienze occulte, che si spacciava addirittura per esorcista. Fu dura la reazione di padre Albino D’Oro che, senza mezzi termini, disse che questi imbroglioni andrebbero denunciati. E le denunce ci furono.

«Beh sono cinquant’anni – commenta il sacerdote – chi avrebbe immaginato di arrivare a tanto. Sono stati cinquant’anni di attività varie. Ho cominciato con la scuola, con l’insegnamento delle scuole medie. Poi sono stato quattro anni cappellano all’ospedale di Napoli. Infine tredici anni come parroco a Mondragone. Altri tre anni alla Chiesa di Montevergine di Soccavo. Gli anni più belli sono stati sicuramente quelli di Benevento, vissuti con tanto affetto, stima, ammirazione. Dato che la vita di noi religiosa gira, sono poi ritornato al convento di Sant’Antonio ad Apice. Nella mia vita ho predicato per tredici anni la tredicina di Sant’Antonio. Il proposito di questo nuovo cinquantennio è proprio quello di iniziare da capo un nuovo cammino.

Ricordo una cosa importante della mia vita: mio padre non voleva mandarmi in seminario. E poi ho capito perché. Pensava che mi stancassi, che fossi ragazzo e che poi tornassi a casa. Non voleva fare brutte figure. Tant’è che mio fratello Antonio disse: “Sono il primo figlio, lo accompagnerò io”. Ho poi celebrato la prima messa il 4 luglio del 1965, in paese, dove c’era stato il terremoto, tutto era in brutte condizioni. Il 5 luglio, il giorno seguente la festa, mio padre lavorò tutto il giorno ed esclamò: “Se morissi questa sera morirei contento”. E immediatamente è morto. E posso dire quindi di aver fatto felice mio padre». 

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