Avellino

L'amministrazione comunale di Avellino si prepara ad avviare l'iter per l'adeguamento del Puc, il Piano Urbanistico Comunale. Con una delibera di giunta, la n. 302 del 26 gennaio scorso, la giunta Festa ha dato mandato agli uffici di individuare professionisti esterni per la redazione del piano preliminare e del rapporto ambientale preliminare.

Allo stato non si concosce ancora la cornice del nuovo piano, né gli obiettivi che l'esecutivo si è dato. Da più parti si invoca una maggiore partecipazione pubblica al dibattito. I tempi peraltro sono stretti. Il documento unico dovrà ssere approvato in giunta entro il 31 marzo. Prima, però, ci dovrà essere anche un confronto con il Consiglio comunale che si potrà esprimere per integrare gli indirizzi.

Ma quali sono questi indirizzi non è dato ancora saperlo. Poche le indicazioni emerse finora. Secondo Antonio Gengaro, ex vicesindaco e tra i protagonisti della stagione di rilancio dell'urbanistica in città con il Piano Gregotti-Cagnardi, bisogna partire proprio da lì, da quel piano “mai completamente attuato che, nelle zone consolidate ha visto nascere troppe costruzioni all’interno di aree giardino, molte delle quali oggetto di contenzioso e di attenzione da parte della magistratura”.

“Il Piano, però – aggiunge Gengaro - va rivisto nel senso del contenimento perché la città è cambiata, la popolazione non è mai cresciuta, anzi si è inesorabilmente ridotta negli ultimi 15 anni”. Per l'ex amministratore resta tuttavia “fondamentale una nuova variante di salvaguardia per le zone collinari che blocchi l’invasione del cemento. Avellino è tra le città d'Italia maggiormente interessate dall'inquinamento atmosferico. Questa piaga non si combatte solo con interventi sulla mobilità ma anche con la creazione di aree verdi”.

Uno dei capisaldi del nuovo Puc dovrà essere, secondo Gengaro, proprio la realizzazione di nuovi parchi. “Noi avevamo immaginato almeno tre grandi parchi in città: uno nei pressi dell’Autostazione, uno nella zona del Fenestrelle e un terzo di cui non si parla mai nell’area del Q9. In quste aree invece sembra che l'orientamento nuovo sia quello di alzare altro cemento, cedendo alle pressioni di interessi privati”.

“Io ho molte perplessità – aggiunge Gengaro – innanzitutto ho paura perché sono consapevole che nell'attuale maggioranza ha molto peso una componente che fa riferimento al maggiore costruttore della città, e solo questo già mi fa tremare le vene e i polsi. E poi bisognerebbe ripartire da un grande dibattito sul futuro della città. Anche una piccola città come Avellino tra qualche mese incrocerà i fondi del Recovery Fund, come li vogliamo utilizzare? qual è la visione della città del futuro? Oggi tutti parlano di corridoio ottavo, di alta velocità Napoli - Bari. Io mi accontenterei che i nostri studenti arrivassero velocemente all'università di Fisciano o a Benevento”.

Infine il rapporto con i comuni vicini. “Non si può continuare a ragionare come se Avellino fosse scollata dall'hinterland. Mercogliano, Atripalda, Monteforte, Aiello, è un conteso che va valutato in un unicum, la famosa città dei centomila abitanti, nella quale bisognerebbe pensare ai servizi, a com si sta insieme, alla mobilità, ai luoghi della cultura. Io credo che su questo vada aperto un grande dibattito e non ci si può limitare a dare qualche incarico, fare qualche piacere a qualche amico che ti ha sostenuto in campagna elettorale”.