Foiano di Val Fortore

Un lungo intervento di Peppe Ruggiero, sindaco di Foiano, sul tema di energie alternative e relative interpretazioni istituzionali.
Di seguito la disamina di Ruggiero:
«Era chiaro che la gestione delle risorse del territorio sarebbe finita per essere un affare prioritariamente trattato da un ristretto gruppo di amministratori del Tammaro. Perché quello che oggi è evidente a tutti, è proprio la divisione della governance sannita fra due gruppi politici, quello legato alla figura del Sindaco di Benevento, composto ai vertici soprattutto da chi ha persino origini nella cittadina di Ceppalloni (capo staff alla Rocca dei Rettori Renato Parente e il presidente dell’ASI Luigi Barone), e quello legato alla figura del Presidente della Provincia che riunisce un gruppo di Sindaci del comprensorio del Tammaro.

Mentre sul primo si esprimeranno a breve i cittadini della città capoluogo, sul secondo va fatta una più attenta analisi.

Non bastava arenarsi miseramente nella vicenda dei rifiuti con l’ormai nota vicenda degli impianti di Sassinoro e Casalduni e con la cronica assenza di programmazione sul ciclo dei rifiuti, questione che tutti attualmente paghiamo. Non bastava che qualcuno pensasse persino di sostituirsi alla Regione Campania con l’ideazione di un consorzio locale per la gestione delle attività propedeutiche alla messa in esercizio della diga di Campolattaro, adesso l’allegra comitiva del Tammaro, , ha iniziato ad imporre all’intero territorio sannita la propria visione sulle energie rinnovabili.

Quindi la piccola smart land del Tammaro, tanto propagandata da Presidente Di Maria, inizia ad allargare i propri orizzonti.

Infatti in pochi giorni il Presidente Di Maria ha licenziato due atti inerenti altrettanti impianti eolici nel numero complessivo di sette aereogeneratori distribuiti sei nel Comune di Morcone ed uno in quello di Foiano di Val Fortore.

Nel merito la Provincia di Benevento fornisce alla Regione Campania, all’interno del procedimento ambientale, un proprio endoparere conformemente alle competenze che la legge le assegna.

Nonostante la casistica rappresentata dai due impianti sia estremamente diversa, infatti nel primo caso siamo di fronte ad un vero e proprio impianto con aereogeneratori di ultima generazione e nel secondo caso assistiamo ad un singolo aereogeneratore in un’ area residuale all’interno di un perimetro già interessato da altre iniziative, il ragionamento effettuato da Presidente De Maria è praticamente lo stesso e di netta preclusione.

Infatti se vengono lette con attenzione la relazione predisposta dagli uffici della Rocca, e fatte proprie dal Presidente Di Maria in un proprio atto deliberativo, per il secondo caso, nonostante il parere positivo di un’amministrazione eletta per ben quattro volte come quella di Foiano di Val Fortore, si fa riferimento ad una serie di motivi ostativi che risultano essere semplicemente pretestuosi ,come ad esempio la distanza di questo unico aereogenratore dall’area Sic del Fiume Fortore , parliamo di ben quattro Km o dall’area ZPS del bosco di Castelvetere di Val Fortore, distante addirittura quasi 10 Km dal sito. E se questo non bastasse a valutare gli effetti negativi di questa unica istallazione si fa riferimento anche alla perimetrazione del Parco del Matese, come se questo dovesse inglobare perfino i Comuni della Valle del Fortore.

E qui si evidenzia il primo elemento a supporto della teoria annessionistica del Tammaro verso il Fortore, definendo la fattibilità di un intervento rispetto a dinamiche che stanno avvenendo da tutt’altra parte e senza alcun coinvolgimento degli interessati. Abbiamo scoperto di essere parte del parco del Matese e nessuno se ne era minimamente accorto, e questo perché alcuni comuni del Tammaro continuano a chiedere che la superficie del parco venga sempre di più estesa al fine di bloccare le energie rinnovabili.

Leggere queste delibere è come immergersi nel classico documento elaborato dalle tante associazioni ambientaliste che tanto vanno di moda oggi nel Tammaro.

Tralasciando i condivisibili dubbi sugli aspetti idrogeologici alla base di un’opera che in ogni caso non deve produrre ulteriori problematiche, ci ritroviamo sempre ad affrontare la petulante storiella dei precari equilibri ambientali che l’eolico andrebbe ad alterare, anche in un’area, come quella nel Comune di Foiano di Val Fortore, dove praticamente non c’è nulla al punto che la stessa Provincia di Benevento in inverno chiude la viabilità Provinciale.

Si continua con astratti riferimenti ad uno spopolamento dell’area dovuto all’eolico avendo questo causato una diminuzione del valore dei terreni , fenomeno che avrebbe costretto la gente a lasciare il Fortore,cosa totalmente inesatta e falsa considerati i canoni concessi agli agricoltori per l’istallazione degli aereogeneratori, cosa che una passata, ed anche attuale, politica agricola comunitaria non è riuscita a garantire in funzione dei limitati metri quadrati realmente occupati dalle infrastrutture.

Il Presidente Di Maria dimentica che il Tammaro ha subito lo stesso spopolamento del Fortore senza aver istallato alcun aereogeneratore fino a qualche anno fa, dimostrando che l’emigrazione da queste aree è indipendente dalla questione eolica. I Comuni del Tammaro negli ultimi anni si sono letteralmente dimezzatti nella stessa misura di quelli del Fortore, al punto di essere inseriti all’interno della strategia delle aree interne.

La discussione potrebbe continuare su decine di altri aspetti, come ad esempio sui livelli occupazionali raggiunti e garantiti da questo settore nel Fortore, o come tutto ciò abbia concretamente dato una risposta a chi non aveva in mente solo l’aspettativa di diventare un operaio idraulico forestale, o ammodernare una stalla e comprare un trattore, fenomeni che hanno effettivamente favorito l’emigrazione nei passati anni, dinamiche che in ogni caso l’eolico non ha influenzato se non dando un’ulteriore opportunità lavorativa al territorio.

La verità è che il Fortore deve prendere coscienza di ciò che possiede proprio per evitare che beghe presenti in altri territori possano influenzane l’utilizzo di una risorsa come il vento, come già successo nei territori dell’alta Irpinia e adesso per le note vicende del Tammaro.

Non è possibile che la Provincia di Benevento esprima tali pareri solo per assecondare le idee del Presidente Di Maria da sempre contrario alla presenza di queste istallazioni nel territorio del proprio Comune, avendo il risultato di ottenere solo il contrario, considerato che a breve anche a Santa Croce verranno realizzati i primi impianti eolici.

Ci saremmo aspettati un azione conoscitiva di maggiore rilievo, maggiore visione di quale direzione si debba prendere in risposta alle grandi scelte che ci vedranno protagonisti nei prossimi decenni.

Purtroppo Smartland anche se vuole diventare grande nella sua capacità di influenzare i territori resterà piccola nella propria capacità di leggere i cambiamenti globali che ci aspettano, limitandosi unicamente a gestire l’odierno nel più misero sistema degli interessi spiccioli e di bottega».