Sant'Angelo dei Lombardi

Da oggi (4 luglio) Mons. Salvatore Nunnari, già Arcivescovo di Sant'Angelo dei Lombardi, ha lasciato definitivamente la Diocesi Metropolita di Cosenza - Bisignano. Ormai da due anni, per raggiunti limiti di età, l'alto prelato aveva presentato le dimissioni da Ordinario Diocesano della sede di Cosenza e da Presidente della Conferenza Episcopale Calabrese, Papa Francesco, suo grande estimatore, lo aveva pregato di continuare la meritoria attività pastorale, almeno fino alla nomina del nuovo Vescovo.
Oggi, nel corso di una solenne cerimonia c’è stato l'ingresso nel Duomo di Cosenza del novello Pastore Mons. Francesco Nolè, il nuovo vescovo di Cosenza,  nato a Potenza nel  1948 ed il commiato di Mons. Nunnari.
La Diocesi di Cosenza ha voluto riservare a Mons. Nunnari, quale Arcivescovo Emerito, un appartamento affinché egli possa continuare ad essere presente nell'importante città calabrese e concorrere con l'azione liturgica, con corsi di formazione teologica per il clero e per i laici, testimoniare e rafforzare la presenza cristiana in quel territorio. Il ricordo e gli auguri affettuosi di Tony Lucido, presidente della Pro Loco di Sant'Angelo dei Lombardi.

«Mons. Nunnari è stato per sei anni Arcivescovo delle Diocesi di Sant'Angelo dei Lombardi, Nusco e Bisaccia, forte è stata la sua testimonianza della presenza della Chiesa in questo territorio dell'Alta Irpinia in un momento molto difficile e particolare, al fianco dei giovani, dei lavoratori, dei disoccupati e degli emarginati.
Senza remore, con il solo scopo di servire il suo popolo egli ha frequentato fabbriche, Aziende, Istituzioni e forze politiche e politici di ogni schieramento, al fine di stimolare la crescita sociale, occupazionale, della qualità della vita, la difesa della dignità delle persone.
Coraggiose le sue iniziative a fianco dei contadini, cittadini e istituzioni, durante gli scontri contro la discarica sul Formicoso, per la difesa della terra, dell'ambiente e del territorio altirpino, sono in molti a ricordare il suo intervento notturno, quando alle tre di notte, salito a bordo di un camion per evitare la carica della Polizia sui dimostranti, sindaci e giovani, chiamò il sottosegretario Minniti, affinché giovani uomini della polizia, prevalentemente figli di contadini ed operai del sud, non caricassero e facessero violenza su inermi figli della terra d'Irpinia.
Si adoperò, così come fece anche il suo successore Mons. Alfano, affinché alle mortificazioni della povertà, della disoccupazione e della miseria, non si aggiungesse anche la violenza sull'ambiente e sul territorio irpino, portandovi i rifiuti e realizzando una grande discarica.
Incessante è stato il suo impegno per l'assegnazione del lavoro ai giovani nelle fabbriche dell'Alta Irpinia. Decisivo il suo intervento per il completamento e l'apertura al culto della Cattedrale di Sant'Angelo dei Lombardi e per il restauro, oltre che per la promozione dell'Abbazia del Goleto.
- Innumerevoli sono state le sue iniziative in difesa degli ospedali, del tribunale e per l'apertura del carcere.
-In sostanza Mons. Nunnari è stato protagonista vero di battaglie e di testimonianze in difesa della dignità della gente d'Irpinia e della sua Diocesi. Anche a Cosenza la sua testimonianza, il suo impegno ed il suo contributo per la lotta alle cosche mafiose ed alle deviazioni, anche nel mondo della chiesa, è stato forte ed incessante. Costanti sono stati i suoi richiami all'autenticità della presenza cristiana in quel territorio, ha tuonato e contestato duramente contro "gli inchini" ai potenti mafiosi, durante le processioni, ha allontanato sacerdoti e laici da attività non corrette, ricevendo minacce di ogni genere.
A Cosenza come a Sant'Angelo dei Lombardi ed in Alta Irpinia è stato tra le gente per la gente, ha condiviso, dolori e sofferenze, speranze ed entusiasmi, ha esaltato la chiesa della condivisione, ma anche della speranza e dell'impegno concreto, scegliendo sempre i deboli e gli emarginati, giovani o anziani. Ora, che tornato libero, da onerosi impegni ufficiali, vogliamo augurarci che oltre a tornare spesso alla sua amata Reggio Calabria, possa e voglia tornare spesso anche in Alta Irpinia, che egli ha tanto amato e per cui ha tanto lottato».