Anton Cechov nasce nei pressi del porto del Mar d'Azov, tra la Russia e l'Ucraina nel 1860, da una famiglia di umili origini. Il padre è un droghiere, figlio di un ex servo della gleba che era riuscito ad ottenere il proprio riscatto mettendo insieme la somma necessaria con la sua attività di mercante. La madre, invece, è figlia di commercianti.

Sebbene la sua infanzia non fu felice, ebbe una buona istruzione. Cechov apprende rapidamente a sopravvivere in solitudine al centro di una famiglia numerosa ed all'ombra della tirannia paterna. Dopo aver terminato il liceo, raggiunge nel 1879 i genitori, che si erano trasferiti a Mosca tre anni prima. Diciannovenne, Cechov si iscrive agli studi universitari di medicina: studia fino al 1884, anno in cui consegue la laurea e inizia ad esercitare la professione di medico.

Gli anni dell'università vedono Cechov iniziare a scrivere novelle e reportage, che pubblica con diversi pseudonimi in riviste umoristiche: questi sono gli anni del tumulto politico, dove tra i fatti più noti vi è l'assassinio di Alessandro II: Cechov diffida degli estremismi e delle ideologie e si mantiene distaccato da coinvolgimenti politici in ambito universitario. 

Cechov conduce una sorta di doppia vita: scrive ed esercita la professione di medico, scriverà: «La medicina è la mia moglie legittima, la letteratura è la mia amante». L'incontro con i grandi scrittori russi determina l'inizio della sua attivitò a tempo pieno, che lo porterà in breve tempo a collaborare con altre importanti riviste letterarie come "Pensiero russo", "Il Messaggero del Nord", "Elenchi russi".

Il primo libro che pubblica è una raccolta di novelle, "Le fiabe di Melpomene", a cui segue una raccolta di brevi e scherzosi "Racconti variopinti", vivaci ritratti umoristici della vita di funzionari statali e di piccoli borghesi. Entrambe i volumi vengono pubblicati con lo pseudonimo di Antosha Cekhonte. Appariranno poi "La steppa" e la sesta raccolta di novelle.

Tra la fine degli anni 1880 e per tutti gli anni 1890 Cechov si impegna in una più intensa attività di scrittura, in cui il pessimismo della triste monotonia della vita, in precedenza nascosto tra le pieghe dell'umorismo, diviene il carattere dominante, tuttavia attenuato a tratti da una voce di speranza e di fede.

Nascono quindi i suoi più celebri racconti che dal 1887 vennero pubblicati con il nome di Anton Cechov. I suoi racconti sono ammirevoli per la semplicità e la chiarezza, straordinari per l'arguzia e il senso d'umorismo. Cechov sa esprimere il suo profondo rispetto per la gente umile, e riesce a rendere visibile il dolore e l'inquietudine presenti nella decadente società del tempo.

Incapace di trarre vantaggio dalla sua grande notorietà e nonostante i primi effetti della tubercolosi, Cechov parte per l'isola di Sakalin, ai confini della Siberia. Il suo scopo è quello di visitare e indagare il mondo delle carceri dove i prigionieri vengono deportati e conducono una vita drammatica, e il cui sistema anticipa quello dei campi di concentramento.

Dopo un soggiorno di tre mesi Cechov pubblica uno studio geografico, sociologico e psicologico molto documentato. La pubblicazione de "L'isola di Sakalin", nel 1893, avrà per conseguenza l'abrogazione delle punizioni corporali, oggetto della sua denuncia.

Nel 1891 Cechov si reca sia in Francia sia in Italia. Nonostante il suo entusiasmo per Firenze e Venezia, ha nostalgia della Russia e della pianura moscovita. a

Nel periodo tra il 1892 e il 1893 scoppia un'epidemia di colera. Cechov si dedica in modo prioritario alla sua attività medica, che esercita per lo più gratuitamente. Nel frattempo matura il racconto terribile intitolato "Mugichi". Nel 1897, la tubercolosi peggiora: deve ammettere la sua malattia, lasciare i dintorni di Mosca per il clima più secco della Crimea. La malattia non rallenta il suo impegno sociale: fa costruire tre scuole e dà l'allarme all'opinione pubblica sulla carestia che regna nelle regioni della Volga promuovendo una raccolta di fondi.

Dopo avere assistito al trionfo della sua ultima commedia, "Il giardino dei ciliegi", Cechov si reca in Germania con la moglie, alla ricerca di una possibilità di cura. Anton Cechov muore in viaggio, a Badenweiler, località della Foresta Nera, il 15 luglio 1904, all'età di quarantaquattro anni.