Luigi Mainolfi è un economista, intellettualmente impenitente, abituato da sempre a intrattenersi sugli avvenimenti. Ama la politica e il perimetro delle riflessioni che traccia senza mai distaccarsene prende su di sé gli argomenti più spinosi e, purtroppo, irrisolti.
In “Meridione e meridionali”, il suo ultimo impegno letterario (Arturo Bascetta Editore, 110 pagine per 12 euro in tutte le migliori librerie), ha raccolto una serie di queste sue riflessioni dandosi come orizzonte i guai di questo nostro sud.
Lui si spiega così: «Avevo molti dubbi prima di decidere di pubblicare miei articoli, scelti tra quelli scritti nel corso degli ultimi anni. Alla fine è prevalso l'interesse verso gli argomenti trattati, che hanno sempre attinenza con problemi attuali. Non è stato ininfluente il constatare l'assenza dal dibattito politico di riferimenti al “che fare?”.
Perciò, non si frena l'aumento della povertà e della desertificazione delle nostre contrade. Nella prima Repubblica, la politica, delle quali tanti giovani si innamoravano, parlava di modelli di società ai quali ogni Partito si ispirava. Ogni proposta era inserita in un progetto, che guardava al futuro. Adesso, ascoltiamo battute e vediamo atteggiamenti da sceneggiata.
Per Pirandello, ogni scritto ha tre valori: quello attribuitogli dall'autore, quello attribuitogli da chi lo legge e quello intrinseco dello scritto. Spero che per i miei articoli le differenze tra i tre valori siano minime».
Ed è così che, pagina dopo pagina, lo vediamo scagliarsi contro «i cretini che vorrebbero sostituire il valore aggiunto dei diplomati e dei laureati con quello dei migranti».
O ritrovarlo quasi profetico quando, scrivendo di come una volta si votasse per censo e non per difenderlo, si sofferma sulle strategie di Renzi che offre sponde a Berlusconi per arginare la destra populista.
I ricordi del suo impegno attivo prima quale militante e poi come segretario provinciale del Psi a volte lo incupiscono. La parabola vissuta da quel partito non è stata indolore: «Una volta quando passava un socialista passava una persona onesta». Era il 1986 e Luigi Mainolfi già richiamava i compagni sulla possibile questione morale all'interno: ha avuto ragione.
Insomma, “Meridione e meridionali” è un piccolo scrigno, da sfogliare quando i garbugli della vita quotidiana hanno bisogno di una visione più schietta e ampia per essere affrontati e capiti.