Benevento

Abuso d’ufficio, falsità ideologica e materiale in concorso: sono le ipotesi di reato contestate a Nicola Russo (avvocato Alberto Mignone), 49 anni, di Apollosa, responsabile dell’area tecnica urbanistica - lavori pubblici dei Comuni di Cusano Mutri e di Durazzano, arrestato dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Benevento e del Nipaf della forestale. 

A suo carico una ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari adottata, sul presupposto del pericolo di reiterazione del reato, dal gip Gelsomina Palmieri, che ha invece detto no alla richiesta di una misura nei confronti di  Remo Di Muzio (avvocati Giuseppe Francesco Massarelli e Patrizia Pastore), 46 anni, di Cusano Mutri, geometra libero professionista.

Le quarantadue pagine del provvedimento sono lo sbocco di una inchiesta che, supportata da intercettazioni, avrebbe fatto emergere una presunta “gestione quasi privatistica della cosa pubblica ad opera del p.u., con plurime condotte ritenute in contrasto con la normativa vigente in materia di appalti e contratti pubblici e in materia di edilizia, orientate alla realizzazione di un interesse collidente con quello pubblico, a compiere deliberati favoritismi e procurare ingiusti vantaggi a persone e ditte conosciute”.

In una nota il procuratore Aldo Poliacstro spiega che “dopo appena un mese dal proprio insediamento a capo dell’Ufficio tcnico”, Russo avrebbe procurato al legale rappresentante di una cooperativa di servizi ambientali di San Giorgio del Sannio “un ingiusto profitto, consistente nell’affidamento diretto dei lavori relativi alla gestione e manutenzione dei depuratori del Comune di Cusano Mutri, omettendo di valutare un’offerta più vantaggiosa presentata da altra ditta”.

In particolare, “per evitare di ricorrere alle doverose procedure concorsuali maggiormente concorrenziali, in violazione dell’art. 125 co. 13 D. Lgs. 163/2006”, avrebbe “frazionato artificiosamente l’originario appalto unitario dell’importo di 75mila euro, approvando, in assenza di adeguata motivazione, un nuovo capitolato speciale di appalto della durata annuale con un corrispettivo annuo in euro 25.000,00 per poi affidare il servizio di gestione dei depuratori alla cooperativa e prorogandolo illegittimamente per due anni”.

L'attività investigativa avrebbe inoltre fatto luce su un altro presunto abuso d'ufficio in concorso con l’amministratore unico di una società cooperativa con sede a Pomigliano d’Arco, affidataria nel 2016 dell’appalto di “Progettazione, realizzazione e gestione in concessione dell’impianto di distribuzione del gas naturale” per l’importo di € 8 milioni e 140 mila euro, e con un imprenditore di Cusano Mutri quale subappaltatore".

Russo avrebbe provveduto “all’aggiudicazione definitiva e alla successiva stipula del contratto di appalto in assenza della certificazione antimafia richiesta dall’art.83 commi 1 e 2 del d.lgs. cit., attestandone falsamente l’esistenza; inoltre, in violazione del bando e disciplinare di gara, veniva stipulato un contratto di subappalto con l’imprenditore locale, genitore di un assessore dell’Amministrazione Comunale che aveva peraltro approvato il progetto esecutivo relativo al Project Financing affidato alla ditta aggiudicataria”.

E ancora: nel mirino sono finite anche presunte “molteplici condotte illecite poste in essere soprattutto nel settore dell’edilizia, concretizzatesi nel rilascio di più titoli autorizzativi illegittimi da parte del responsabile dell’area tecnica-lavori pubblici dei Comuni di Cusano Mutri e di Durazzano, sulla base di atti istruttori ideologicamente falsi, propedeutici e funzionali al rilascio dei permessi”.

Russo avrebbe “rilasciato molteplici permessi a costruire per nuove costruzioni in realtà realizzate parecchi anni prima oppure concessioni in sanatoria per abusi in realtà non sanabili, ora omettendo di compiere idonea istruttoria al fine di verificare la genuinità degli atti posti a fondamento delle relative richieste, ora suggerendo agli istanti il contenuto, in realtà mendace, delle dichiarazioni rese dagli stessi e dai tecnici nei propri elaborati, artatamente predisposti al fine di creare un presupposto formale e legale che consentisse di condonare gli abusi edilizi. Tale attività illecita procurava intenzionalmente a diversi soggetti – proprietari degli immobili – che dovranno risponderne in concorso, un ingiusto vantaggio patrimoniale”.

I nomi di Russo e Di Muzio erano già rimbalzati all'onore delle cronache, come si ricorderà, nell'ottobre dello scorso anno, quando erano stati rinviati a giudizio, al pari del sindaco di Cusano Mutri, Giuseppe Maria Maturo, nell'inchiesta su una presunta tangente chiesta ad un imprenditore edile sui lavori di somma urgenza, già liquidati, per la sistemazione delle sponde del torrente Titerno dopo l'alluvione dell'ottobre 2015. Il processo partirà a maggio.