"La crisi di governo c'è, è innegabile, non si può sostenere il contrario. Subito dopo la crisi intendo far partire un'iniziativa per recuperare vecchi amici e nuovi contributi, quelli che sono interessati. Al 2% ci arriverò pure io, anche se non ho una rappresentanza parlamentare come quella di Renzi". Lo ha detto, in una intervista all'Adnkronos, il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, anticipando che questa nuova formazione politica si collocherà "nell'ambito del centro, per una collaborazione con il centro sinistra". "Non posso prevedere quale sia la conclusione della crisi di governo - ha premesso l'ex ministro e parlamentare centrista - questo bisognerebbe chiederlo chi la crisi l'ha aperta. Posso però assicurare che i responsabili ci sono e sarebbero molti di più di quelli che si possa immaginare, come del resto si è già visto nelle votazioni che si sono tenute di in Parlamento, se ci fosse un'iniziativa seria sul piano politico che li possa tenere insieme. Non puoi tenere in piedi un gruppetto di persone solo in Parlamento, se non hai un radicamento nelle realtà locali. La mia sarà un'iniziativa politica autonoma, che intendo fare a prescindere dalle contingenze della crisi di governo. Sarà un'iniziativa politica che partirà dalla realtà del territorio, a cominciare dal Mezzogiorno".
"Non vedo nessuna analogia tra la crisi in corso e quella del 2008. Io fui costretto a uscire dal governo Prodi perché ci fu un'incursione di una parte della magistratura che intendeva distruggere l'Udeur. Si trattò di un'incursione deliberata che non era sostenuta dai fatti, nè da alcun riscontro oggettivo di reati, come è stato poi dimostrato in seguito". Continua il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, negando ci possano essere delle corrispondenze tra il braccio di ferro tra Conte e Renzi e le vicende che lo condussero a lasciare il governo Prodi II, di cui era ministro della Giustizia. "Mia moglie - ricorda Mastella - fu messa agli arresti domiciliari e io mi ritrovai indagato. Quindi mi sembrò corretto che io uscissi dal governo. Non ebbi la solidarietà che mi sarei aspettato e che, facendo parte di una maggioranza, ci avrebbe dovuto esserci. Quando io parlai alla Camera, era presente solo il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti. Gli altri mi lasciarono solo, prigioniero politico di un certo tipo di magistrati. Venne distrutto un partito, senza che nessuno sia stato chiamato a risponderne". "Allora - conclude Mastella - ci fu una forma di debilitazione della coalizione di governo, perché dalla maggioranza uscirono due parlamentari dell'estrema sinistra ma anche altri parlamentari che avevano votato in precedenza la fiducia al governo. Ancora oggi mi dolgo che non ci fu alcuna forma di solidarietà politica e umana, come avrebbe invece dovuto esserci".
Mastella: «Crisi Governo? Farò mia iniziativa politica»
«Al due per cento ci arrivo pure io, anche senza rappresentanza parlamentare come quella di Renzi»
Redazione Ottopagine