Benevento

"I danni inflitti dalla pandemia al settore della ristorazione sono drammatici: è quanto emerge da uno studio di Fope ConfCommercio che aggettiva il 2020 quale Annus horribilis per il settore: perdite da capogiro con un -40% di fatturato che a dicembre in Campania addirittura sfiora il -60% a causa dell’inaspettato ulteriore colpo inflitto dalle chiusure di novembre e dicembre che sprofonda il settore a – 57,5% nonostante il periodo propizio delle festività natalizie”. Così in una nota il presidente provinciale dell'associazione di categoria, Nicola Romano che anche nel Sannio parla di “-82% rispetto al 2019. E’ un settore – commenta il presidente di Confcommercio Benevento - che non ha pace: alla scadenza delle misure restrittive dettate da Dpcm e regole regionali, ne vengono annunciate sempre di nuove, e sempre all’ultimo momento. Anche il primo provvedimento del 2021 ha disposto la chiusura di bar e ristoranti nei fine settimana lasciando gli imprenditori nell’ennesima incertezza dall’11 gennaio in poi”. Di qui l'appello: “Chiediamo di dare prospettive diverse, più certe, ma anche più motivanti, ad un settore che ha pagato e sta pagando un prezzo altissimo, ma soprattutto che ha già dimostrato di poter lavorare in totale sicurezza. Non è più accettabile che i pubblici esercizi, insieme a pochi altri settori, siano i soli a farsi carico dell’azione di contrasto alla pandemia, senza essere accompagnato da adeguate e proporzionate misure compensative in aiuto di un settore strategico per l’economia del Paese e per la vita quotidiana delle persone”.

Secondo Romano “una luce all’orizzonte potrebbe essere data dalla nuova architettura del Recovery Plan che prevede un incremento dei fondi a sostegno del Turismo e della Cultura da 3,1 a 8 miliardi di euro”. Ma l'esponente dell'associazione di categoria avverte: “Attenzione però a non dimenticarsi della ristorazione, un’eccellenza assoluta che deve essere valorizzata soprattutto ora che il turismo necessita di un’azione di forte rilancio”. Ed aggiunge: “Nel nostro territorio ci sono troppe divisioni nella categoria che evidenziano una mancanza di unità che non aiuta a superare le criticità, soprattutto quelle locali. In Campania alcuni comparti del settore sono stati completamente azzerati: prova ne sono i ristoranti per cerimonie ed eventi che producevano i maggiori incassi (matrimoni, comunioni, riunioni, feste di compleanno, quel minimo flusso dovuto al turismo religioso) che, sebbene chiusi da marzo 2020, non hanno goduto di nessun aiuto specifico”.

Ed ancora: “Resta da spiegare agli Imprenditori il perché continua a rimanere inascoltato l’appello di ConfCommercio di istituire un tavolo di confronto programmatico e costruttivo piuttosto che di mero ascolto dei vari comitati di categoria costituitisi in questo tempo di pandemia”. La proposta, dunque, è di “creare un'unica voce territoriale che possa cominciare a parlare con le amministrazioni di 'tributi locali' come già sta avvenendo in altri comuni d’Italia, di deroghe sulla tassazione dei canoni di locazione e, soprattutto, che condivida, con forza, la richiesta di istituzione di zone franche urbane”. L'appello: “Facciamolo,fatelo, in forma unitaria: Fipe Confcommercio è al fianco dei ristoratori sanniti con la sua struttura e il suo know-how per affermare forme di rappresentanza davvero al servizio delle Imprese fondate su democrazia, partecipazione, a garanzia del benessere e dell’interesse pubblico; per questo credo che la sua tutela, la sua difesa, il suo sviluppo rappresentino il solo antidoto alla desertificazione economica, sociale, culturale e democratica del Sannio”.