La nuova bozza del Next Generation EU accoglie alcune istanze presentate da diverse associazioni nelle scorse settimane - tra cui una maggiore attenzione alla parità di genere nelle premesse - e in generale assume una impostazione più orientata agli investimenti.
"In questo senso condividiamo l'opinione di chi lo considera migliorato. Tuttavia, non possiamo non rilevare che mancano del tutto le risorse per ridisegnare quelle infrastrutture sociali che sole possono liberare le donne dal lavoro di cura e senza le quali nulla cambierà per loro in questo Paese", afferma il Giusto Mezzo - movimento spontaneo che si ispira alla campagna europea #HalfOfIt e che ha già raccolto oltre 50.000 firme per destinare metà del #nextGenerationEU alle donne.
"Al welfare saranno destinati solo 3,5 miliardi di euro - continuano le attiviste - che non bastano nemmeno per costruire i nidi necessari a coprire il fabbisogno del 60% della popolazione. Alle politiche attive del lavoro 7,5 miliardi e 4,7 per il Sud e le donne. Tuttavia se non investiamo nei servizi di cura - nidi ma anche servizi per disabili e anziani - non saremo mai davvero in grado di sostenere l'occupazione e l'imprenditoria femminile, presupposti irrinunciabili per l'indipendenza economica delle donne, necessaria all'incremento di PIL del Paese ed essenziale per arginare la violenza domestica".
"E' necessaria, insomma, una vera e propria rivoluzione della cura e del lavoro - concludono - nonchè analizzare, attraverso lo strumento del bilancio di genere, tutti gli investimenti per verificare se e come andranno a beneficio di entrambi i generi". (Italpress)