Dopo le drammatiche vicende accadute a Capitol Hill, il presidente uscente Donald Trump ha sventolato bandiera bianca annunciando la sconfitta. Difficile dire se gli sia stato imposto dai vertici repubblicani o da uomini della sua amministrazione, in particolare dal vice, per arrivare al 20 gennaio in un clima sereno, oppure sia un’iniziativa dello stesso Trump, preoccupato per le ricadute delle ultime sparate. I leader democratici in Congresso hanno richiesto il ricorso al 25esimo emendamento

Trump, in un video pubblicato su Twitter - l'unico social in cui ha ancora accesso - ha condannato le violenze scoppiate dopo che una folla di sostenitori, da lui stesso arringata e istigata, ha fatto irruzione al Congresso. Si moltiplicano le richieste di impeachment, di rimozione, di dimissioni. Intanto si è dimesso il capo della polizia del Congresso, travolto da critiche e accuse sulla gestione disastrosa della sicurezza. All’uscita di Trump dalla Casa Bianca mancano ancora 13 giorni, che saranno probabilmente tra i più convulsi di una presidenza già segnata da un tasso altissimo di caos e tensione.

Dopo aver riconosciuto l’arrivo di “una nuova amministrazione” senza però mai pronunciare il nome di Joe Biden, Trump si impegna ad assicurare “una transizione ordinata e senza problemi” e riconosce che “questo è il momento che richiede di sanare le ferite e riconciliarci”. Trump condanna anche con durezza l’insurrezione di Washington. “Come tutti gli americani mi sento oltraggiato dalla violenza, dall’illegalità e dal disordine”, aggiungendo subito dopo di aver immediatamente dispiegato la Guardia Nazionale per bloccare l’attacco al Congresso.

Fonti interne all’amministrazione hanno invece rivelato che, di fronte alle esitazioni di Trump, è stato il vice presidente Mike Pence a prendere in mano la situazione e inviare le truppe.