Tolto il segreto di Stato: la Sogin ha pubblicato la Cnapi, la carta dei luoghi in cui potrà essere costruito lo stoccaggio nazionale dei rifiuti radioattivi. Il 30 dicembre la Sogin, la società pubblica di gestione del nucleare, ha ricevuto il nullaosta del Governo e nella notte tra il 4 e il 5 gennaio ha pubblicato sul sito web https://www.depositonazionale.it/ la documentazione completa, il progetto e la carta, temuta per anni, tenuta dal 2015 sotto riservatezza assoluta con minaccia di sanzioni penali per chi ne rivelasse dettagli. E' la carta delle zone fra cui sarà scelto il luogo in cui costruire con 1,5 miliardi il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, rifiuti che oggi sono distribuiti dal Piemonte alla Sicilia in una ventina di depositi locali. La carta non dice il punto esatto in cui bisognerà costruire il deposito, delinea invece i luoghi in cui ci sono le condizioni tecniche per costruirlo e assegna i voti con una graduatoria.
Sono 67 le aree 'candidate' ad ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. La pubblicazione della Carta e quella contestuale del Progetto Preliminare apriranno una fase di consultazione pubblica e di condivisione che durerà 4 mesi e che culminerà in un Seminario Nazionale, dove saranno invitati a partecipare tutti i soggetti coinvolti ed interessati.
Il Deposito Nazionale è un’infrastruttura ambientale di superficie dove mettere in totale sicurezza i rifiuti radioattivi, per decenni. La sua realizzazione consentirà di completare il decommissioning degli impianti nucleari italiani e di gestire tutti i rifiuti radioattivi, compresi quelli provenienti dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca.
Insieme al Deposito Nazionale sarà realizzato il Parco Tecnologico: un centro di ricerca, aperto a collaborazioni internazionali, dove svolgere attività nel campo del decommissioning, della gestione dei rifiuti radioattivi e dello sviluppo sostenibile in accordo con il territorio interessato.
Perché va costruito? L’Unione Europea (articolo 4 della Direttiva 2011/70) prevede che la sistemazione definitiva dei rifiuti radioattivi avvenga nello Stato membro in cui sono stati generati. La maggior parte dei Paesi europei si è dotata o si sta dotando di depositi per mettere in sicurezza i propri rifiuti a bassa e media attività. Per sistemare definitivamente i rifiuti ad alta attività, alcuni Paesi europei, tra cui l’Italia, hanno la possibilità di studiare la localizzazione di un deposito profondo comune in Europa allo scopo di fruire dei potenziali vantaggi di una soluzione ottimizzata in termini di quantità di rifiuti, costi e tempi di realizzazione, così come prospettato dalla Direttiva Euratom 2011/70.
La buona notizia è che in Campania non ci sono siti idonei. Per anni si è temuto che la centrale elettronucleare Garigliano di Sessa Aurunca venisse utilizzata come sito per il deposito dei rifiuti nucleari, tante sono state le battaglie e le manifestazioni di protesta. Allo stato il sito di Sessa Aurunca è in fase di dismissione (qui puoi rivedere l'inchiesta condotta per la trasmissione La Linea realizzata all'interno del deposito nucleare del Garigliano). La grande sfera bianca, che racchiudeva il reattoe nucleare, disegnata dall'architetto Morandi, (lo stesso del Ponte di Genova), che tutti chiamano "a mozzarella" sarà dunque visitabile solo come un museo della civiltà industruale, un monumento alla follia del nucleare, per ricordarci che un tempo anche noi siamo stati accecati dal mito di questa fonte di energia, così dispendiosa e pericolosa.