Torna nella sua casa a Sant'Egidio del Montalbino la piccola di 5 anni colpita dal Covid 19 e da una pericolosa infiammazione. La sua storia è stata raccontata in un emozionante post sulla sua pagina Facebook dal dottor Vincenzo Tipo, direttore dell'Unità Operativa di Pronto Soccorso dell'Ospedale Santobono di Napoli, dove la bambina è stata trasferita in condizioni critiche. Il medico ha voluto ripercorerre lo sforzo dei sanitari per salvare la vita alla bimba. Un modo per informare e sensibilizzare sull'importanza della prevenzione e sul pericolo che il Coronavirus rappresenta non solo per le persone adulte o anziane.
“Oggi vi racconto una storia a lieto fine... una storia consumatasi tra le mura del mio ospedale... è la storia di Luisa ( nome di fantasia) una bellissima bambina di 5 anni che 5-6 settimane fa ha incontrato il Covid... insieme alla sua famiglia, ma è stata assolutamente asintomatica e si è negativizzata in breve tempo. Torna a giocare... è felice ... quando, dopo circa 3 settimane, compare febbre altissima, dolori muscolari, cefalea, congiuntivite e un violento dolore addominale. Viene portata di corsa in un ospedale della sua area di residenza.... diagnosi peritonite.... subito in sala operatoria.... qui un medico illuminato decide di non operare e di trasferirla al Santobono... non è convinto... qualcosa non gli quadra. Accogliamo la bimba... sta maluccio... esami, radiografie , ecografie, visite specialistiche .... non abbiamo dubbi: MIS-C ( sindrome infiammatoria multisistemica correlata al Covid).
Iniziamo le terapie convenzionali... niente... la bimba peggiora....aumentiamo i dosaggi... modifichiamo le terapie ed associamo più farmaci...non risponde... il cuore inizia a dare segni di sofferenza... siamo a un passo dalla rianimazione. Ci presentiamo dalla madre, senza il coraggio di guardarla negli occhi, con un foglio in mano.....il consenso ad una terapia cosiddetta “off label”. La madre chiede... è preoccupata ma firma... è disperata... percepisce l’ansia nei nostri gesti. In breve tempo il farmaco è in reparto... lo iniettiamo.... è sera... torniamo a casa.... i cellulari accesi... messaggi scambiati di continuo. Al mattino seguente siamo tutti lì.... la collega del turno di notte ci accoglie on un sorriso: è sfebbrata!!!
Inizia una lenta, lentissima ripresa... riprende a mangiare... ad interagire.... vuole disegnare. Passano i giorni ed i miglioramenti sono importanti... fino ad arrivare al momento del rientro a casa!! È felice, sorride... vuole uscire ad abbracciare il padre. Restiamo un minuto con la mamma per salutarci... ci consegna i disegni della bimba: un foglio tutto nero... rappresenta lo stato d’animo dei primi giorni... poi un disegno in cui ritrae medici e infermiere... poi disegna l’arcobaleno.... inizia a sentirsi meglio .... ed infine il ritorno alla normalità ..... disegna lei stessa che gioca . Sfogliamo i disegni e gli occhi diventano lucidi e gonfi... troviamo una scusa per fare altro con la speranza di fermare la lacrima. La porta del reparto si chiude Luisa e la madre entrano in macchina ... un ultimo saluto.... poi riprende la normale attività.... il tempo di mettere a posto i documenti e chiama il 118.... si è alzato in volo un elicottero da un’altra regione... ci stanno portando Francesco, 12 anni, febbre alta... troponina alle stelle, dolori addominali violenti, già positivo al Covid, ... sta male....un’altra MIS-C... affiliamo le armi. Dal PS ci sta salendo Tonia, 4 anni, stessa storia ....
Questo maledetto virus è subdolo e può far male... molto male...ad adulti e bambini... senza guardare in faccia a nessuno!!
Unica arma per fermarlo è il vaccino.
Io mi vaccinerò... per me stesso... per la mia famiglia.... per le persone a cui voglio bene...ma anche per Luisa, Francesco e Tonia...i bambini non dovrebbero mai conoscere “il nero” hanno diritto a vivere una vita a colori !
PS: consentitemi di ringraziare tutti i miei colleghi, il personale infermieristico e gli oss che da mesi mi affiancano in questa esperienza indescrivibile. Professionisti di livello altissimo a cui si devono questo e tutti gli altri successi di tutti i giorni!”.