Identificato dalla Polizia Postale l'autore del più grande attacco cyber-finanziario in Italia, uno dei più grandi mai realizzati nel mondo nel settore delle cryptovalute.
Gli investigatori della Polizia Postale di Firenze e della Sezione financial cybercrime del Servizio centrale della Polizia Postale in Roma, con l´ausilio del personale della Guardia di finanza della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Firenze, hanno eseguito la misura del divieto di esercitare attività d´impresa e di ricoprire uffici direttivi di imprese nei confronti di F.F., 34 anni, della provincia di Firenze, amministratore unico di una società italiana che gestisce una piattaforma di scambio di cryptovalute (exchange), ritenuto responsabile di una frode informatica di 120 milioni di euro, di bancarotta fraudolenta e di auto riciclaggio. Il provvedimento è stato emesso dal gup Gianluca Mancuso.
Per la prima volta in Italia e in Europa si sono documentate condotte fraudolente e distrattive ai danni di investitori, poste in essere integralmente su piattaforme informatiche e l´impiego di monete virtuali.
L'attività si inquadra in una più ampia strategia finalizzata al contrasto della criminalità economica ed in particolare degli illeciti arricchimenti attraverso l´utilizzo indebito di piattaforme online e di strumenti informatici che le investigazioni svolte rivelano in crescente aumento, sviluppata dalla Procura di Firenze, diretta dal procuratore capo Giuseppe Creazzo, che ha affidato l´indagine all'aggiunto Luca Tescaroli e al sostituto procuratore Sandro Cutrignelli del Dipartimento Reati Informatici, e al procuratore aggiunto Gabriele Mazzotta e al sostituto Fabio Di Vizio del Dipartimento Reati Societari e Fallimentari.
La complessa e delicata indagine svolta dal Compartimento di Firenze, con la produttiva collaborazione dei finanzieri in servizio presso la Procura fiorentina è stata avviata nel febbraio del 2018, a seguito di una denuncia presentata da F.F., amministratore unico della piattaforma di exchange, relativa al furto di una ingente somma della cryptovaluta denominata 'Nanò XRP per un controvalore di circa 120 milioni di euro, realizzato sfruttando un bug del protocollo Nano ed effettuando illecite transazioni, tutte relative a gennaio 2018. (Italpress)