Napoli

Dalle proteste sul lungomare di Napoli invaso da baristi e ristoratori in rivolta per la nuova stretta di De Luca per Natale che lascia in vigore la zona arancione in Campania, alla riunione  con i referenti delle camere di commercio per programmare i ristori per le attività in ginocchio per la pandemia. Domenica di passione, proteste e attese  nella regione che anche per le Feste ha scelto la linea del rigore.

Referenti della Regione hanno incontrato i rappresentanti di categoria per programmare attività finalizzate al riconoscimento dei ristori per le spese di approvvigionamento sostenute in vista della riapertura delle attività, inibita per effetto dell’Ordinanza n.98, nonché per l’istruttoria relativa ai ristori statali per le misure restrittive precedentemente disposti. “Daremo tutto l’aiuto possibile agli operatori la cui attività viene bloccata - aveva detto De Luca -. Ma è doveroso mantenere una linea di rigore e di responsabilità”. Insomma nessun dietrofront del governatore fino a Natale, quando scatterà la zona rossa.

È stata solo interlocutoria la riunione tra i rappresentanti di ristoratori titolari di pubblici esercizi di Napoli. La Regione, rappresentata dall'assessore alle attività produttive Antonio Marchiello e dal capi di Gabinetto del presidente De Luca si è detta indisponibile a ritirare o a modificare l'ordinanza del 19 dicembre che colloca la Campania in zona arancione. Ai ristoratori sono stati offerti «ristori» non quantificati e l' assessore ha espresso disponibilità a «venire incontro alla categoria». Il blocco stradale a piazza Vittoria sospeso nel pomeriggio e la protesta potrebbero riprendere domani.

“Siamo delusi e umiliati - commenta il presidente di Fipe Campania Massimo Di Porzio -. C’ è stato solo un confronto sul caso caffè. Anche quelli vietati da asporto. Ma non c’ stato alcun impegno per programmare qualche ritocco all’ordinanza. Si tratta di un provvedimento che blocca intere categorie già martoriate negli scorsi mesi. Non crediamo che le attività di ristoranti e pizzerie possa incidere in maniera decisiva sull’aumento dei contagi. Ci siamo trovati di fronte per l’ennesima volta di fronte un muro. Siamo amareggiati. Questi quattro giorni di lavoro rappresentavano un sollievo anche psicologico per migliaia di imprenditori in ginocchio da mesi estenuanti di sacrifici per la pandemia da covid”.
Nei fatti con l’ordinanza numero 98 di De Luca sarà vietata la vendita di bevande dalle 11 del mattino in poi e il consumo di cibo e bevande escluse l’acqua all’aperto per tutta la giornata nelle strade. Stretta dunque su passeggio, assembramenti e addio a brindisi e spritz, con contestuale chiusura dei ristoranti per cui resta consentito il delivery, che devono adeguarsi ad una chiusura solo campana. Vietato il raggiungimento delle seconde case, anche se in regione. “Un vero e proprio accanimento commenta Massimo Di Prozio che spiega: sono penalizzate sempre e solo alcune categorie”.

 

In mattinata il sindaco di Napoli De Magistris aveva commentato amaro su Facebook: “Ci vuole rispetto per le persone. I cittadini non sono sudditi. Dopo giorni di anticipazioni, mentre bar, ristoranti, trattorie, pizzerie, pub, si preparavano ad aprire dopo settimane di chiusure senza avvisare nessuno, è arrivata l’immancabile ordinanza del Presidente della Regione Campania. Siamo alla schizofrenia istituzionale”.