Sant'Agata de Goti

Un tuffo nella storia, precisamente un salto nella stagione '68-'69 quella della promozione in Eccellenza dell'Us Alba Sant'Agata. Stavolta ripercorriamo la bellissima sfida vinta dai saticulani contro il Montesarchio per quattro reti a zero. Un salto possibile grazie alle foto scattate all'epoca da Saticola e alla passione della Federazione degli storici italiani del calcio italiano nella persona di Chrystian Calvelli. Un anno fortunato per la squadra albigese che è stata capace di portare a termine un cammino importante con tanto di vittoria del torneo di Promozione. Questo è il tabellino della sfida con la relativa cronaca.

 

SANT’AGATA: Marcelli, Contino, Valentino, Trota, Lucignani, Viceconte, Rovani, Quarantotto, Esposito, Vitolo, Zobel.

MONTESARCHIO: Milanaccio, Orango, Nazzaro, Schipani II, Subona, Schipani I, Marcello, Clemente, Allegretti, Izzo, Manco.

ARBITRO: Genetiempo di Benevento

RETI: nel primo tempo al 12’ Quarantotto, al 28’ Vitolo su rigore; nella ripresa al 32’ e al 38’ Rovani

SANT’ AGATA DEI GOTI, 21 Aprile Vittoria importante, quella ottenuta dai locali, imbattibili in casa. Il S. Agata ha consolidato la sua posizione di capolista nonostante il ritocco della classifica dopo il ritiro dell’Aurora Campobasso. Ha vinto con un punteggio che non ammette discussioni, il derby della Valle Caudina ed ha migliorato il suo quoziente reti in classifica, che ormai costituisce un primato assoluto per l’intera divisione, se non andiamo errati. Gli ospiti hanno giocato con soggezione abbagliati dalla classe, dalla forza e dal coraggio dei magnifici undici locali. Quasi mai hanno imbastito un gioco pericoloso, se si accettua uno spunto personale al 15’ della ripresa: Allegretti che con un tiro insidioso ha spiazzato il portiere Marcelli, ma il bravo Valentino ha salvato con un magnifico colpo di testa. Si è distinto pure il portiere Milanaccio. A lui si deve infatti se il bottino degli scatenatissimi locali non è stato ancora più pingue, perché la difesa e il centrocampo sono stati inesistenti”.

Fabio Tarallo