Un assistente capo coordinatore del corpo di polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere di 57 anni, originario di Sant'Andrea al Pizzone nel Casertano è deceduto per Covid-19, contratto in servizio circa un mese fa.
Lo comunica Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe. “Siamo tutti sgomenti. Il collega lascia la moglie e tre figli, uno dei quali è anch’egli appartenente alla polizia penitenziaria, in servizio nel carcere San Vittore di Milano. Probabilmente, se fossero stati raccolte le grida di allarme lanciate dal Sappe lo scorso gennaio si sarebbe potuto fronteggiare l’emergenza con i quantitativi necessari di Dpi.
Affranto anche Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe: “Questo nuovo morto tra le nostre fila fa comprendere quale grande tributo stanno pagando anche la Polizia Penitenziaria e l’Amministrazione della Giustizia alla terribile pandemia. Qualche giorno fa era purtroppo deceduto il Sostituto Commissario Coordinatore del Corpo di Polizia Penitenziaria Mario De Michele. E sale dunque a cinque il numero dei deceduti per Covid-19 nelle file dell’Amministrazione Penitenziaria (quattro i poliziotti penitenziari e il responsabile sanitario del carcere di Secondigliano, il dott. Raffaele De Iasio, già ricoverato nel reparto Covid dell’Ospedale Cardarelli di Napoli”, aggiunge Capece. “Probabilmente, se fossero stati raccolti i nostri gridi di allarme lanciati lo scorso gennaio 2020 ad inizio pandemia, avremmo potuto fronteggiare l’emergenza con i quantitativi necessari di DPI, ossia caschi, visiere, guanti, mascherine. Sempre allora chiedemmo al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede a non ritardare gli accertamenti doverosi ai Baschi Azzurri – quali sono i test ematici e quello del tampone ‘rapidi’ – che sono fondamentali per la sicurezza sociale ma che in alcune Regioni ancora non sono stati fatti. Altra soluzione per contrastare i contagi poteva essere quella di riconvertire gli Istituti penitenziari chiusi per un basso numero di detenuti presenti (ad esempio, Savona) a strutture per la gestione dei detenuti positivi al Covid. Ma sarebbe un grave e colpevole errore strumentalizzare la pandemia per creare l’ennesimo svuota.carceri senza introdurre vere riforme strutturali per l’esecuzione della pena”.