Ariano Irpino

La Stazione Hirpinia ha una sede logistica ed operativa ad Ariano Irpino. Da gennaio sarà il centro fieristico di proprietà della Comunità Montana Ufita in località Casone ad ospitare uomini e mezzi di Rfi e Impregilo e a dare una grande svolta alla realizzazione di quest’opera strategica.

Un contratto esecutivo già sottoscritto che prevede il pagamento di 100.000 euro all’anno di fitto, 8.333 euro al mese, oltre alla ristrutturazione dei capannoni a spese dell’ente ferroviario. Una ricaduta economica giudicata positiva per Ariano e l’intero territorio di rilevanza notevole, a giudizio del presidente della Comunità Montana Ufita Giuseppe Leone.

La questione è stata sollevata nell’ultimo consiglio comunale ad Ariano dal consigliere Marco La Carità: “Pur essendo a favore della realizzazione della stazione Hirpinia, cavallo di battaglia della campagna elettorale, pur sapendo che la struttura dell'ente fiera è di proprietà della Comunità Montana, chiedo di sapere in merito a questa ipotesi di contratto di locazione qual’è la posizione del comune di Ariano visto che le attività si svolgono sul nostro territorio. E quali prospettive ci sono visto che non si potranno più svolgere eventi.”

Interrogativi chiariti con fermezza direttamente dal padrone di casa Giuseppe Leone, colui che ha formulato la proposta già a gennaio 2020.

“Partiamo da un primo dato: la struttura da oltre dieci anni versa in uno stato di totale abbandono. Vi ricordate il film balla coi lupi? Ebbene al Casone oggi stiamo assistendo a balla coi topi. Un covo di civette, gufi, volpi e potrei continuare ancora. Uno stato di abbandono totale, priva persino di energia elettrica. Abbiamo dato le strutture e alla fine sono state pignorate per morosità. Ma di cosa parliamo. In tutti questi anni, nessuno si è fatto avanti con qualche proposta o soluzione. Oggi qualcuno ritrova l’amor di patria.

Perché è convenuta questa operazione? Impregilo e ferrovie dello stato danno 100.000 euro all’anno alla comunità montana. Un ente che per questione ereditate ha debiti pari ad oltre un milione e mezzo di euro solo dovuti ad incarichi legali pregressi. Qualcosa di davvero assurdo. Quindi questa entrata, significa oggi, non dichiarare la morte dell’ente. Sfido chiunque ad Ariano, che avrebbe dato 100.000 euro.

Se qualcuno pensa di mantenere terreni e uno stabile così grande con una semplice manifestazione, una due fiere all’anno allora davvero non ha capito nulla. Noi paghiamo affitti per i locali, a Cardito pari ad oltre 30.000 euro all’anno. Ci saremo dovuti già spostare a Casone. Oggi c’è questo treno importante che passa a cui noi non rinunciamo.

Portare oggi qui una società di quel valore, vuol dire - afferma ancora Leone - ossigeno alla comunità montana e al territorio. Ristorazione, bar, pulizie e tanto altro ancora. Non immaginate minimamente l’economia che metterà in moto questa operazione.

Sei anni rinnovabili e una struttura che tornerà a noi in futuro in condizioni decisamente migliori. E premetto che mi sono pervenute anche istanze di acquisto da Ariano. E’ una proposta, lo ripeto, partita da me - chiarisce Leone - e a noi interessa salvare la comunità montana dopo gli sforzi già compiuti durante la mia gestione, il benessere dell’ente, il sostegno ad operai e famiglie e nuova linfa al territorio. Mi sono seduto ad un tavolo e abbiamo valutato insieme alla giunta e ai sindaci che ringrazio per la sinergia messa in atto, il danno minore: dare questa struttura al servizio dello Stato. Chi pensa oggi di cavalcare l’onda, non ha capito nulla.”