Nel 2020 la Campania, resta la maggiore regione produttrice di tabacco greggio con una quota del 32,5% sul totale nazionale, quasi 17mila e duecento tonnellate consegnate alle imprese di prima trasformazione, 3.204 ettari investiti e 1.182 aziende agricole coinvolte, con rese per ettaro che sono cresciute sensibilmente negli ultimi anni, insieme alla qualità della materia prima, sempre più richiesta dalle multinazionali.
Ma il rischio è che quanto resta della cultura e della coltivazione del tabacco - 47,3 milioni il valore della produzione nel 2019 in Campania, ma superfici investite diminuite dal 2014 in poi al ritmo del 5,4% l’anno a causa del venir mendo degli aiuti Ue - possa essere messo ulteriormente in discussione in assenza di provvedimenti normativi e di scelte politiche che di fatto penalizzano le sorti dei tabacchicoltori.
E’ quanto emerge dallo studio “La filiera tabacchicola Campana e l’industria del tabacco in Italia: opportunità e prospettiva future di sostenibilità” realizzato dal gruppo di analisi economica di Competere e presentato ieri sera a San Marco Evangelista (Caserta), nel quadro di un incontro tra Regione Campania e Italtab, al quale hanno partecipato l’assessore all’agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo, il presidente di Confagricoltura Campania, Fabrizio Marzano, ed il presidente di Italtab e responsabile nazionale di settore tabacco di Confagricoltura, Vincenzo Argo.
“Siamo di fronte a un settore che, nonostante la contrazione dei volumi prodotti negli ultimi anni, ha saputo mantenere la sua vitalità, facendo della sostenibilità, della qualità e dell’aggregazione i suoi punti di forza – ha detto il presidente di Confagricoltura Marzano - Per questo è necessario coniugare le esigenze di tutti i protagonisti di questo segmento agroindustriale”.
“La disponibilità nell’acquisto del tabacco da parte delle manifatture nazionali dovrebbe trasformarsi in impegno di acquisto pluriennale – ha aggiunto il presidente di Confagricoltura Campania - Per fare in modo che questo si concretizzi, è importante che le scelte politiche ripensino, o quanto meno riequilibrino, la fiscalità tra le diverse categorie del tabacco, per salvaguardare tutta la trasformazione tabacchicola, le entrate per lo Stato - 14 miliardi di euro di gettito - e i benefici generati dall’occupazione di tutta la filiera e dal relativo indotto.”
“Da oltre un anno chiediamo alla politica di evitare la perdita di migliaia di posti di lavoro nella tabacchicoltura campana, intervenendo sull’iniquità fiscale tra prodotti tradizionali del tabacco e prodotti a tabacco riscaldato. E – afferma Argo presidente di Italtab e responsabile di settore nazionale per Confagricoltura - La legge di bilancio potrebbe essere l’ultima occasione e chiediamo un’azione immediata”.
"Ringraziamo l’Assessore all’agricoltura Caputo per questa visita e per la vicinanza dimostrata. A lui, così come al Governo Nazionale – sottolinea Argo - chiediamo un’azione congiunta che possa dare una risposta concreta rispetto alle esigenze espresse dalle diverse manifatture internazionali che operano in Italia.
“Il sensibile incremento di investimento finanziario operato quest’anno dal nostro partner commerciale in Campania, riesce ad assicurare la vendita del nostro tabacco di qualità, garantendo la sopravvivenza di una filiera che conta 250 imprese e 6000 addetti alla produzione di tabacco – conclude Argo, - Tuttavia, riteniamo che serva una strategia pluriennale che garantisca la sostenibilità e la redditività dell’intero settore nel lungo periodo”