Zes, politiche fiscali di vantaggio per anziani e fragili, la semplificazione, transizione energetica delle imprese, precariato, giovani, donne e capitale umano sono alla base della Piattaforma 2020 della Cisl Campania, oggetto della seduta del Consiglio generale che si e' tenuto oggi alla presenza della segretaria generale, Annamaria Furlan, e del presidente della giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca.

Il documento, si legge in una nota del sindacato, e' un "contributo di merito alla discussione in atto sulla piu' efficace allocazione delle risorse a disposizione e contiene una serie di proposte per lo sviluppo della regione". "Non e' piu' tempo di politiche assistenziali dettate dall'emergenza e prive di una precisa visione strategica: alla Campania ed al Mezzogiorno piu' in generale servono interventi strutturali per il lavoro e la crescita, capaci di impattare in maniera decisa sulle criticita' e le inefficienze dei nostri territori, ma anche in termini tangibili di crescita del Pil e dell'occupazione".

''Se non cresce il Sud non può ripartire tutto il paese. Non possiamo crescere con una parte consistente del territorio nazionale privo di quelle infrastrutture materiali ed immateriali di cui c'è immediatamente bisogno''. Lo ha detto la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan: ''Bisogna utilizzare una parte consistente delle risorse europee per gli investimenti produttivi nel Mezzogiorno, per creare lavoro e sostenere la nascita delle imprese. Non basta la decontribuzione o la necessaria assistenza sociale'', ha ribadito invitando il Governatore della Campania a ''sostenere con coerenza la necessità di un patto sociale sia a livello regionale, sia a livello nazionale, sulle priorità nell'utilizzo di fondi europei, a partire dagli investimenti in infrastrutture, digitalizzazione, tutela del territorio, sostenibilità ambientale, innovazione, formazione, scuola, sanità pubblica''.

E Furlan ha ricordato che ''la Campania possiede anche eccellenze nel mondo delle imprese, dell'università e della ricerca" ma anche come "se tutto questo non viene convogliato in un progetto paese dove si identificano le priorità non usciremo da questa condizione di storico ritardo". La Cisl , aggiunge "non accetta che le cose non cambino e chiediamo a tutti i Presidenti delle Regioni, a partire dalla Campania, di essere al fianco delle battaglie del sindacato. Non diamo carta bianca a nessuno. C'è il rischio di disperdere le risorse e non avremo una seconda occasione''

Per la Cisl il primo nodo da affrontare e' quello delle risorse ordinarie sia relative alla spesa corrente che per investimenti per il Mezzogiorno. "Se non si ripristina un criterio di equita' nella ripartizione, sia per la parte corrente, sia degli investimenti in conto capitale, qualsiasi intervento volto alla coesione territoriale, sia esso nazionale o di programmazione europea non ottiene l'effetto di ridurre il divario economico, sociale e occupazionale che caratterizza il Paese - ha dicharato la segretaria regionale Buonavita - È quindi necessario applicare perentoriamente la clausola del 34% introdotta nella scorsa legislatura, estendendola al Settore Pubblico Allargato e restituendo cosi' alle politiche di coesione un carattere di effettiva addizionalita'". 

Il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, intervenendo in streaming all'assemblea della Cisl ha però avvertito il sindacato:  "È sacrosanto puntare agli obiettivi di stabilizzazione, ma cerchiamo di farlo in maniera razionale, non abbassando la qualita' professionale della pubblica amministrazione. Qui dobbiamo interloquire con il Governo perche' noi avremo migliaia di lavoratori socialmente utili a cui dare una risposta nei prossimi mesi, con la Regione che sara' in prima fila a battersi per farlo. Dobbiamo pretendere che una quota di fondi europei sia destinata ai precari anche sulla linea scelta dalla Campania e cioe' quella di definire ruoli speciali a esaurimento a carico dello Stato, ma non sovraccaricando le pubbliche amministrazioni territoriali". 

Il Governatore ha poi puntato il dito contro il Ministero dell'Economia, durissimo il passaggio in cui si ricorda la cifra che la Regione paga ogni anno di interessi sui debiti della sanità. 

"La Campania sta portando avanti un contenzioso con il ministero dell'economia perche' paghiamo 400 milioni l'anno di rate del mutuo per il debito sanitario pregresso. Su queste rate paghiamo dal 2 al 5% di interessi al ministero dell'economia, che fa usura sulla pelle della Campania, una cosa vergognosa. Abbiamo chiesto di ricontrattare i tassi di interesse, il ministro Gualtieri si e' mostrato sensibile ma altri settori dello Stato fanno resistenza" ha aggiunto il presidente De Luca:  "Qualche settimana fa  la Campania ha proposto di assumere come soglia minima per il versamento al Sud almeno il 40% delle risorse, c'e' stata una rivolta delle Regioni del Centronord. Il 40% e' la soglia minima, e' il rapporto tra la popolazione del Sud e del resto del Paese. Non chiediamo regali, dovremmo avere almeno il 50-60% dei fondi, altrimenti dicessero con chiarezza che il problema meridionale e' stato cancellato dalla politica nazionale italiana. In piu' il governo pensa anche di ridurre le quote di cofinanziamento dei Fondi Ue e quindi andranno al centronord il 65% delle risorse".

De Luca invoca ancora una volta trasparenza e verità sui dati. "Ci sono Regioni che per fare abbassare il tasso di occupazione delle terapie intensive comunicano al Ministero un numero di terapie intensive disponibili rigonfiato".  "La Campania - ha spiegato- è su una linea di trasparenza e comunica dati reali. Abbiamo chiesto in queste settimane al Ministero della Salute di spiegare quali sono i dati veri delle terapie intensive disponibili, ma nessuno ci ha mai risposto. Non è che in Campania viviamo in condizioni di serenità, anche noi viviamo l'epidemia Covid e anzi ho sempre detto che nella nuova fase la Campania sarebbe stata la regione più esposta avendo la maggiore densità d'Italia, ma vorrei che fosse chiaro che accetto strumentalizzazioni politiche. La zonizzazione si è ridotta a questo, è quasi del tutto indifferente a dati epidemiologici ed è rispondente più a esigenze di diplomazia della politica politicante che ai dati veri".