Comincia dal Vallo di Lauro il tour irpino dell’onorevole Claudio Fava, vice presidente della commissione nazionale antimafia. Non è la prima volta che il numero due dell’antimafia arriva in Irpinia, ed in particolare nel comprensorio lauretano. Vi era già stato nel 2008. Ad accompagnarlo in questo suo viaggio per la legalità gli onorevoli Giancarlo Giordano e Marco Di Lello.
Alle 14.30 Fava avrebbe dovuto incontrare, nella sala consiliare del Municipio di Lauro, i rappresentanti delle istituzioni locali. Il condizionale è più che mai calzante poiché su dei sette sindaci dell’area solo due hanno risposto all’appello: il padrone di casa Antonio Bossone e il primo cittadino di Marzano, Trifone Greco, nella veste anche di presidente dell’Unione dei Comuni Antico Clanis.
Un’assenza che non è passata inosservata, ben sottolineata da Fava nel suo intervento. «Non ci sono periferie, ogni luogo, ogni comunità è protagonista della lotta alla criminalità organizzata. La scommessa è restituire alla comunità i beni confiscati. Le amministrazioni devono fare la propria parte, i cittadini devono capire che recuperare un bene è una vittoria per tutti. In questo senso non ci sono spazi per le esitazioni – ha aggiunto il numero due dell’antimafia - Gli amministratori hanno il dovere di esserci, l'impegno della commissione nazionale antimafia sui beni confiscati c'è. Nessuno di noi, però, deve fare un passo avanti, in solitudine. Tutti, al contrario, devono esserci e parlare lo stesso linguaggio».
Sulla stessa falsariga anche l’intervento di Giacomo Corbisiero, il consigliere comunale di Lauro che la scorsa settimana ha subito minacce per il suo impegno come attivista di Libera sul territorio. «Dove sono gli altri amministratori?», ha chiesto e si è chiesto Corbisiero. «Dove sono gli amministratori di Pago, comune sciolto per infiltrazione camorristica? – ha proseguito il consigliere comunale di Lauro – E’ giunto il momento di dire basta con le ambiguità. C’è una partita da giocare e occorre assumersi la responsabilità di scegliere da che parte stare».
Poi, la delegazione ha accompagnato l’onorevole Fava a Quindici, nell’ex villa bunker dei Graziano, oggi trasformato in Maglificio 100Quindici Passi. Ad attendere il vice presidente della commissione nazionale antimafia il sindaco del paese Eduardo Rubinaccio, Francesco Iandolo di Libera Avellino e Pasquale Capoluogo, presidente di Oasiproject, la cooperativa che ha vinto la gara per la gestione dell’opificio nella casa del boss.
«Quella sui beni confiscati è una sfida centrale per il nostro Paese – ha dichiarato l’onorevole Fava ai microfoni di Ottochannel, intervista che potrete ascoltare nell’edizione serale del nostro tg, alle 19.45 – E’ un obbligo morale recuperare questi beni e restituirli alle comunità violentate, ferite ed umiliate dall’egemonia, anche economica, delle mafie. Si tratta di un’operazione con la quale lo Stato dimostra al cittadino che la lotta alle mafie è conveniente perché restituisce e costruisce in termini di occasioni di lavoro e giustizia sociale. Riprendersi un bene confiscato e restituirlo ad una comunità non è mai solo una vittoria delle legge che viene applicata, ma una grande vittoria collettiva in cui ciascuno scrive una pagina. La sfida è aperta».
Rocco Fatibene