Un luogo del dialogo internazionale, che parte dalla valle metelliana ed abbraccia tutto il bacino del mediterraneo, nel quale si incontrano le culture nel campo della ceramica e del design artigianale e industriale.
Questo l’obiettivo di MCCM, il Museo della Ceramica Contemporanea Mediterranea, un unicum nel suo genere, che sta nascendo nei locali del Complesso monumentale di San Giovanni, adiacente all’antico monastero delle Clarisse e che oggi ospita la Sala della Pergamena Bianca e il Teatro “Luca Barba”.
Il progetto si inserisce nel più ampio “Sistema Culturale Integrato” di cui fanno parte, oltre al MCCM, anche il museo virtuale della storia longobarda, con sale espositive multimediali sulla storia e tradizioni cittadine, il museo di Mamma Lucia, la sala teatro comunale, il recupero e rifunzionalizzazione del Castello di Sant'Auditore, il recupero e rifunzionalizzazione dell' Eremo di S. Martino e la realizzazione di una App per la promozione turistica culturale.
Tutti progetti che fanno parte degli 8 macro interventi previsti dall’Amministrazione Servalli, finanziati con 11.197.384,56 euro dei fondi PICS, Programma Integrato Città Sostenibile, Asse 10 del PO FESR Campania. All’incontro con la stampa, in remoto, hanno partecipato il Sindaco Vincenzo Servalli, i curatori del progetto scientifico Massimo Bignardi (assente François Burkhardt per motivi di salute) e dell’allestimento Massimo Granese.
“La nostra tradizione ceramica ci inserisce tra le 40 città di antica tradizione ceramica italiane, facciamo parte del direttivo nazionale e il museo ci proietta in una dimensione internazionale forte delle grandi capacità dei nostri produttori nel campo artistico, dell’innovazione, del design – afferma il Sindaco Vincenzo Servalli – Sarà un luogo del dialogo, dell’incontro, della conservazione, ma anche della sperimentazione, formazione e promozione. Un progetto ambizioso, che abbiamo affidato a grandi professionisti del settore, che si inserisce in un quadro di sviluppo complessivo della nostra città che si pone come un punto di riferimento nel settore ceramistico non solo produttivo ma anche di culturale”.
Le ampie sale espositive dell’ex Eca ospiteranno opere ceramiche attraverso acquisizioni e donazioni, come la collezione di Linda Burkhardt, ma anche di altri grandi artisti del XX secolo, dei centri di antica tradizione dell’Italia meridionale. Documentazione, catalogazione e conservazione dei progetti (cartacei), dei prototipi o di quanto prodotto in fase di progettazione, da parte di artisti contemporanei.
“Il museo non sarà solo un percorso espositivo di grandi artisti – afferma il prof. Massimo Bignardi – ma un polo internazionale di studio, di ricerca e di conservazione di un grande patrimonio artistico e culturale della ceramica, che si apre anche al territorio, promuovendo la storia e le produzioni ceramistiche e un volano di sviluppo del turismo”.
“Sarà un allestimento semplice – afferma Diego Granese – ma estremamente funzionale a quello che è l’obbiettivo del museo cioè una fucina di idee e della creatività oltre che di esposizione delle massime espressioni artistiche internazionale”.