Napoli

La Corte Sportiva D’Appello ha respinto il ricorso del Napoli confermando la sconfitta per 3-0 a tavolino e la penalizzazione di un punto in classifica, comminate lo scorso 14 ottobre dal giudice sportivo per la mancata presenza in campo degli azzurri in occasione del match, in programma il 4 ottobre, a Torino, con la Juventus.

Di seguito i passaggi principali illustrati nelle motivazioni della sentenza della Corte d’Appello Federale. 

Il dispositivo - "La Società ricorrente merita di essere sanzionata con la sconfitta a tavolino dell’incontro JUVENTUS-NAPOLI, previsto per il giorno 4.10.2020, oltre alla penalizzazione di un punto in classifica da scontarsi nella corrente stagione sportiva, perché, contrariamente a quanto sostenuto in ricorso, non si è trovata affatto nella impossibilità oggettiva di disputare il predetto incontro, avendo, invece, indirizzato, in modo volontario e preordinato, la propria condotta nei giorni antecedenti all’incontro nel senso di non disputare lo stesso, con palese violazione dei fondamentali principi sui quali si basa l’ordinamento sportivo, ovvero la lealtà, la correttezza e la probità".

Le motivazioni - “Il fine ultimo dell’ordinamento sportivo è quello di valorizzare il merito sportivo, la lealtà, la probità e il sano agonismo. Tale principio non risulta essere stato rispettato, nel caso di specie, dalla Società ricorrente, il cui comportamento nei giorni antecedenti Juventus-Napoli, risulta teso a precostituirsi, per così dire, un “alibi” per non giocare quella partita”.  

La risposta della ASL al Napoli - “La mancata disputa non è dipesa da una causa di forza maggiore bensì da una scelta volontaria, se non addirittura preordinata. Ne è prova il contenuto della documentazione, a iniziare dalla nota della ASL Napoli 1 inviata al Responsabile sanitario del Napoli il 2 ottobre 2020. In risposta a una mail relativa alla positività di due dipendenti veniva comunicato, in maniera chiara e inequivocabile, che la responsabilità nell’attuare i protocolli previsti dalla FIGC per il contenimento dell’epidemia in capo alla Soc. Napoli e pertanto quest’Azienda non ha alcuna competenza".

La richiesta di spiegazioni del Napoli alla ASL - "La ragione per la quale una Società di calcio professionistico, ben consapevole del contenuto dei Protocolli federali in materia di gestione delle gare e degli allenamenti in tempo di COVID-19, per averli applicati più volte, debba chiedere lumi sulla loro applicazione alle Autorità sanitarie è difficile da comprendere".

Annullamento volo e tamponi - “Ciò che emerge è la preordinata volontà del Napoli di non disputare la gara. Volontà, desumibile da diversi indizi, quali la reiterazione delle richieste di chiarimenti in ordine alle conseguenze derivanti dall’isolamento fiduciario del gruppo squadra, la cancellazione, fin dalla serata del giorno antecedente quello dell’incontro, che, peraltro, era in programma per la sera, del volo charter ma, soprattutto, l’annullamento della prenotazione dei tamponi che avrebbero dovuto effettuarsi, secondo le previsioni del Protocollo, nella giornata di svolgimento della gara”.

Il paragone con gli altri club di Serie A - “Questa Corte - spiega e conclude il presidente Piero Sandulli - non può esimersi dall’evidenziare che il comportamento tenuto dal Napoli non risulta neanche rispettoso delle altre società di Serie A, che in situazioni del tutto analoghe hanno, regolarmente, disputato gli incontri che le vedevano impegnate”.

Il club azzurro proseguirà nella sua battaglia legale ricorrendo alla Cassazione della giustizia sportiva, ovvero il Collegio di Garanzia del Coni. In caso di nuovo verdetto negativo, la vicenda si sposterebbe nel campo amministrativo, dinanzi al TAR del Lazio.