Montaguto

Avrà patito le pene dell'inferno con una corda stretta al collo a tal punto da provocargli una ferita aperta, profonda e lacerante fino alla trachea, prima che giungessero i suoi due angeli. E' la triste storia di un segugio maremmano che arriva dalla Valle del Cervaro.

Deve la vita a due ragazzi meravigliosi Francesco Del Vino e Remo Bruno. Sono stati loro a notare quella cagnolina in sofferenza, sanguinante al collo nei pressi di un torrente alla località Tre Confini. Impotenti di fronte alla terribile scena, non hanno perso tempo, segnalando subito il ritrovamento. E stata immediatamente allertata la polizia municipale e il sindaco Marcello Zecchino il quale ha provveduto a tagliare e liberarla da quel filo sottilissimo ma micidiale.

Laila, così l'hanno battezzata, dopo i primi soccorsi, è stata trasportata all'ambulatorio veterinario di rione Martiri ad Ariano dove i medici l'hanno subito presa in cura intervenendo chirurgicamente. Ci sono voluti diversi punti di sutura.

Dopo l'intervento salva vita è stata affidata al sindaco Marcello Zecchino, profondamente scosso per l'accaduto, il quale dopo averla intestata al comune ha deciso di adottarla. E' già a casa sua. Salvo complicazioni ce la farà. Fatica ancora a respirare ma la fase post operatoria procede bene.

Non ha microchip. Dell'accaduto il comandante della polizia municipale Angelo Bruno, come sempre puntuale e particolarmente sensibile ha informato dettagliatamente la Procura di Benevento per le relative indagini, al fine di fare piena luce su questa triste e sconcertante storia di maltrattamento di animali. Nessuna ipotesi viene esclusa al momento. Un probabile abbandono durante la caccia al cinghiale o che possa essere finito in un laccio abusivo posizionato dagli stessi bracconieri. O addirittura il tentativo di impiccarla con un cappio da parte di qualcuno.