“Nel consiglio comunale di venerdì sera, abbiamo assistito all’omicidio della sensibilità verso le fasce più deboli e le famiglie con redditi medio-bassi”.
Così i gruppi consiliari Partito Democratico e il movimento civico Dei Goti di Sant'Agata dei Goti. “Sulla scelta legata alla aliquota per l’addizionale Irpef, nonostante la possibilità di differenziarla in funzione del reddito (resa possibile anche come precisato nel Decreto Ministeriale del 1/10/2020 che ha approvato l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato 2019/2021), la maggioranza ha deciso di applicare l’aliquota massima a tutti, infischiandosene altamente del principio di progressività. Si sarebbe potuto, come da nostra specifica proposta che è stata bocciata, applicare il principio di progressività che agevola le famiglie con redditi bassi; si sarebbe potuto consentire, per esempio, alle famiglie monoreddito con reddito di 15.000 euro all’anno, di pagare meno di quelle di altri scaglioni, mentre così pagheranno la stessa aliquota che pagano le famiglie con reddito superiore, anche rispetto a quelle che superano i 100.000 euro all’anno. Questo è il cambiamento! Sull’argomento Tari, poi, è ‘andato in onda’ uno spiacevole spettacolo, che i cittadini hanno potuto vedere in diretta streaming, durante il quale, mentre noi ci aspettavamo che prevalessero le ragioni del buon senso e responsabilità generale, alle quali avevamo fatto appello richiamando tutti i consiglieri comunali, volendo non consentire che certe scelte politiche amministrative danneggiassero determinate fasce sociali più deboli e fragili, abbiamo avanzato proposte a tutela dei cittadini e famiglie con difficoltà, ma ci siamo schiantati contro il muro ottuso della maggioranza che le ha bocciate. Si, questo è: la maggioranza ha approvato scelte che, anche con la Tari, penalizzeranno i cittadini con redditi più bassi.
Questo è il cambiamento! Hanno cancellato le agevolazioni che erano state mantenute anche nel periodo del piano di riequilibrio finanziario e del dissesto, e parliamo di un servizio che va per legge garantito a copertura dei costi. Agevolazioni che si potevano mantenere, se non tutte, almeno quelle prioritarie attraverso una accurata scelta garantendo quelle situazioni più “socialmente in difficoltà” e quelle che coinvolgono i coltivatori diretti, le famiglie con componenti portatori di condizioni di disabilità, etc. nulla a che vedere con il dissesto! Tanto è vero che sono state mantenute agevolazioni per altre categorie.
Nessuna demagogia! Nessuna strumentalizzazione! Stiamo parlando di riduzioni per le famiglie che ne hanno più bisogno, soprattutto in questo drammatico periodo che stiamo vivendo per l’emergenza covid-19.
Il dottore Riccio non può affermare, per vari motivi, che se volevamo essere costruttivi avremmo dovuto avanzare le proposte nei giorni scorsi in modo da valutarle con il responsabile dell’area finanziaria.
Non ci è stata data la possibilità di esercitare, nel luogo preposto alla massima espressione e rappresentanza democratica di una Comunità, il nostro ruolo volto esclusivamente a difendere i più deboli e bisognosi. Questo è il cambiamento annunciato e sbandierato in campagna elettorale?
L’affermazione di Riccio ci costringe anche a mettere in evidenza aspetti che non volevamo far venire fuori: tutta la documentazione del consiglio, che possiamo avere, da regolamento, tre giorni prima, l’abbiamo avuta a “step”, con “tappe forzate”, e comunque, il tutto non giustifica la scellerata azione messa in campo ieri sera dalla maggioranza consiliare di strozzare completamente il confronto democratico. Inutile evidenziare le richieste formali inviate e non considerate a riguardo. E poi, evidente a tutti, la irritualità ed anomala gestione dei lavori Consiliari, figlia di improvvisazione, per niente imparziale. Emblematico che mentre le pregiudiziali, mozioni ed emendamenti della Opposizione non sono state approvate perché necessitavano del parere del revisore dei conti, gli emendamenti della maggioranza sono stati approvati senza il parere del revisore stesso! Questo è il cambiamento: approvare qualunque cosa senza confrontarsi e pretendere che l’opposizione stia zitta, che non svolga il proprio ruolo, che fornisca contributi solo e soltanto quando dicono loro e che produca, in due giorni (!), proposte su regolamenti che loro avrebbero dovuto conoscere e studiare da settimane!
Quindi quando Riccio sulla stampa afferma che “essere il sindaco di una città non significa esserne il podestà” si sta riferendo a Sé stesso e alla sua maggioranza, cercando di convincersi che non è cosi accusando qualcun altro! Se questo è il cambiamento, siamo nel baratro più assoluto. Sant’Agata meritava e merita ben altro”.