La Serie B scende in campo per difendere le proprie societa' che senza provvedimenti governativi rischiano di chiudere. Lo fa pensando principalmente alla tutela di quei dipendenti, fornitori, collaboratori, gestori di servizi, che vivono e sopravvivono con le loro famiglie, proprio grazie al calcio. Per questo sui campi della sesta giornata i dipendenti dei club esporranno nelle gradinate degli stadi, in concomitanza con l'inizio delle gare, uno striscione con scritto "Non lasciate morire il calcio degli italiani". "Oggi i nostri club - spiega il presidente della Lega B Mauro Balata - si mobilitano per difendere le donne e gli uomini dell'universo della B. Un appello alla sensibilita' delle istituzioni affinche' possano essere adottati strumenti opportuni e necessari per evitare che la crisi cancelli il calcio degli italiani". La ragione della protesta vuole denunciare la mancata predisposizione da parte del Governo di norme atte a sostenere le societa' sportive, ed in particolare quelle della Lega cadetta, in questo momento storico di grave emergenza sanitaria ma anche economica.

Al minor numero di ricavi dovuto alla mancanza di biglietteria, di sponsor e di altri introiti da stadio, infatti, fanno eco le maggiori spese dovute al rispetto del protocollo anticovid. "In assenza di provvedimenti governativi i club si ritrovano in seria difficolta', con l'enorme rischio di dover interrompere per sempre la loro attivita' - si legge in una nota della Lega di B - E i primi a pagare questo caro prezzo sarebbero le decine di migliaia di famiglie che vivono con stipendi 'normali' grazie al calcio". (ITALPRESS).