"L’aver appreso di un ulteriore impianto in biodogestione capace di trattare la frazione organica dei rifiuti, apre una questione che non è più rimandabile e che si sintetizza nell’approvazione di un piano di gestione dei rifiuti che l’ATO è obbligata a licenziare". Così in una nota il consigliere provinciale del Partito Democratico, Giuseppe Antonio Ruggiero che incalza l'Ambito territoriale dei rifiuti sanniti ad intervenire sulla vicenda.
"In questi giorni abbiamo ascoltato molti enti esprimere perplessità sulla localizzazione di un impianto capace di trattare 110.000 tonnellate di frazione organica nell’area ASI di Ponte Valentino, solo l’ATO rifiuti non ha pronunciato alcuna dichiarazione in merito. Continua quindi - rimarca il consigliere provinciale e sindaco di Foiano di Val Fortore - il silenzio assordante dell’attore protagonista nella costruzione del futuro ciclo dei rifiuti nel Sannio, un silenzio che sta favorendo il proliferare di iter autorizzativi che trasformerebbero il Sannio in una provincia capace di ospitare un quantitativo di organico ben otto volte maggiore di quello prodotto. Anche questo ultimo impianto, proposto da una società capace di trattare 30.000 tonnellate di materia organica proveniente da reflui zootecnici, e da ubicarsi a contrada San Domenico, si inserisce in questa ampia carrellate di iniziative in cui molto spesso è lacunoso l’aspetto della logistica del conferimento e l’origine della frazione organi stessa, evidenziando che ad eccezione del mix di reazione, tutti questi impianti sono nella possibilità di lavorare quantitativi organici della più svariata natura. L’Ato - rimarca Ruggiero - non può continuare in questo silenzio, anche perché il suo presidente deve sgombrare il campo da un legittimo sospetto che è quello di bloccare tutto per non favorire la riconversione dello Stir di Casalduni di cui lui è anche sindaco. Abbiamo assistito a tavoli tecnici, più simili a conviviali tavolate, che non hanno portato ad alcuna decisione in grado di incidere sulla localizzazione e la limitazione di questi impianti nel Sannio. Anche la stessa modifica del Piano di coordinamento provinciale, tanto sventolata dal Presidente Di Maria, appare una strada lunga e senza probabili risultati, perchè finchè questo strumento non viene recepito nei rispettivi piani urbanistici comunali vale ben poco, modifica che per giunta rischia di arrivare dopo la fine del percorso autorizzativo degli impianti. Casalduni, Sassinoro, San Nicola Manfredi, Chianche, Ponte Valentino ed adesso San Domenico - conclude l'esponente del Pd sannita - sono oggettivamente un numero enorme di iniziative e non comprendiamo come la Regione Campania non intervenga o commissariando l’ATO o sospendendo gli iter autorizzativi per comprendere cosa in realtà stia succedendo nella nostra piccola provincia".
"Sui biodigestori non può continuare il silenzio dell’Ato"
Ruggiero (Pd): silenzio assordante attore protagonista nella costruzione del futuro ciclo rifiuti
Redazione Ottopagine