La protesta di Fipe Confcommercio contro le misure anti-Covid dell’ultimo Dpcm e delle recenti ordinanze della Regione Campania ha coinvolto anche Napoli.
I ristoratori e i titolari di bar si sono riuniti davanti al palazzo della Regione a Santa Lucia e nell’area pedonale hanno apparecchiato sulla strada delle vere e proprie tavole. Il direttore generale di Confcommercio Campania, Pasquale Russo ha sottolineato che quella di oggi a Napoli “è una manifestazione per rendere plastica la situazione dei pubblici esercizi, cioè: siamo a terra. Le aziende non possono reggere ulteriori limitazioni - ha aggiunto Russo - i consumi hanno già subito diminuzioni incredibili. Noi vogliamo lavorare, ma se non è possibile allora il Governo deve fare bene, presto e subito per aiutare le imprese a sopravvivere".
Russo ha voluto porre l’accento anche sui non regolarizzati che ha definito come “la parte debole della nostra collettività. È necessario anche pensare a queste persone perché il rischio è che la tensione sociale continui a crescere e sarà più complicato reggerla. Questo dipenderà dal tempo, da quanto dureranno le misure di contenimento. Più dureranno, più alto sarà numero di serrande che non si alzeranno. Già adesso molte non hanno riaperto perché chiudere alle 18 per le attività di ristorazione significa non poter aprire".
Massimo Di Porzio, presidente di Fipe Confcommercio Napoli, ha dichiarato: "Ci rendiamo conto che la situazione della pandemia è tale da obbligarci al senso di responsabilità e ne siamo consapevoli. Siamo imprenditori, non vogliamo confonderci con frange violente. Il decreto del Governo va nella direzione giusta, speriamo nei tempi. Va dato atto al Governo che ha recepito l'allarme della categoria".
Oltre alla tovaglia apparecchiata la scenografia della protesta è stata arricchita da uno scontrino fiscale gigante intestato alla Regione Campania con il nome del presidente della Giunta, Vincenzo De Luca.
Tra le voci figurano: fatturato perso: 1,5 miliardi; stipendi persi: 700 milioni; lavoratori: 60mila; aziende a rischio: 9mila, per un totale stimato in: 7,5 miliardi.
I manifestanti hanno anche provato, ma senza successo, a consegnare al 'governatore' un cesto di prodotti alimentari.