I lavoratori dello stabilimento Whirlpool di via Argine a Napoli affidano ad una lettera aperta alla città partenopeo i loro pensieri e le loro idee su ciò che è accaduto lo scorso venerdì, in quella manifestazione che si è trasformata in guerriglia urbana.
Parole toccanti quelle che gli operai hanno deciso di affidare alla città; parole rese ancora più profonde e significanti perché pronunciate da chi è in lotta da 18 mesi per la difesa non solo del proprio lavoro ma del diritto alla dignità di un intero Paese. Sono parole che assumono la valenza di un appello da chi ha saputo trasformare una vertenza in una lotta di comunità, senza mai far prevalere la violenza, senza mai cedere alla disperazione.
“Fa male vedere una città sofferente, protestare, difendere i propri diritti - scrivono i lavoratori - Lottare e gridare a gran voce, scioperare ed essere descritta e rappresentata come una città incontrollabile dove la rabbia si scatena ed è alimentata da forze antidemocratiche. Quello per cui si lotta sono diritti sacrosanti della nostra democrazia! È legittimo protestare anche con forza, purché dalla protesta non si passi al vandalismo e all’anarchia. Ogni lotta per i propri diritti ha dentro di sé una nobiltà di valori e per questo motivo non va infangata né strumentalizzata.
La nostra Napoli da sempre soffre, inserita in un Paese che continua a creare una linea immaginaria tra nord e sud: dove una parte corre più veloce di un’altra che deve superare ostacoli inimmaginabili per stare al passo e lo fa mettendo in campo tutta se stessa con tutte le sue capacità e con tutte le sue difficoltà; perché Napoli si sveglia ogni giorno con la consapevolezza di dover fare sempre di più rispetto agli altri.
La nostra città ha sempre dimostrato sensibilità e capacità di reagire nei momenti di difficoltà, ha saputo superare e diventare esempio per gli altri, si è opposta quando le ingiustizie prendevano il sopravvento e ha conservato una sua integrità morale che ha tramandato nei millenni e questo è un patrimonio che non va disperso.
Le difficoltà che il coronavirus sta causando mettono in ginocchio l’intera società, stiamo lottando contro la pandemia e contro tutte le crisi che la pandemia stessa ha smascherato, il lavoro già precario sta scomparendo ed il bisogno di ogni uomo viene negato.
Noi lavoratori Whirlpool di Napoli, siamo vicini a tutti quegli uomini che come noi sono in lotta e scendono in strada per difendere i loro diritti: commercianti, artigiani, ristoratori, artisti, lavoratori, e tutti quegli uomini che come noi vedono svanire la possibilità di poter garantire un futuro a se se stessi e alle loro famiglie, per quanto precario sia il nostro futuro siamo costretti a sfidare la sorte, e in alcuni casi le regole, per il diritto alla vita, costretti a protestare nonostante la presenza del virus, contro un unico nemico che ha reso questa società schiava e senza valori: il profitto prima della persona.
In particolare durante questa Pandemia, bisogna fare presto, per evitare che tutto degeneri e che abbiano voce solo la disperazione e la rabbia. Non abbiamo bisogno di contrapposizione pretestuosa, ma di ascolto e proposte concrete e veloci che diano soluzioni ai problemi.
Il 31 ottobre è vicino sono ormai 18 mesi che chiediamo rispetto e dignità per noi e per le istituzioni.
I Lavoratori della Whirlpool di Napoli combattono per il loro futuro, per il futuro di tutti e lo fanno con fermezza e risolutezza, tenendo fede ai valori ed agli ideali per cui lottano, a difesa della nostra città e per affermare il diritto al lavoro.
Siamo l’Italia che resiste"
Con questa lettera i lavoratori Whirlpool hanno dimostrato ancora una volta un livello di dignità, responsabilità e forza che dovrebbe essere uno dei fondamenti per costruire il mondo del lavoro durante e dopo questa pandemia.