Napoli

Il direttore dell’Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, ha dato ragione a Bruno Zuccarelli, vice presidente dell'Ordine dei medici di Napoli, che ieri ha lanciato l’allarme su rischio collasso della sanità partenopea.

“Zuccarelli ha ragione, rischiamo il collasso - ha detto Verdoliva - Zuccarelli è persona di grande esperienza. Ha ripetuto ciò che abbiamo detto in questi mesi. Il virus è un nemico invisibile difficile da combattere. È un momento delicato e ha fatto bene a lanciare l'allarme, forse provocatorio, ma merita rispetto per il coraggio di dire le cose come stanno. Siamo seriamente preoccupati. Non ci sarebbe stata l'ordinanza, non avremmo aperto 200 posti nel Covid Center. Diamo la possibilità per essere accolti in una struttura. Non avremmo aperto 40 posti di degenza all'Ospedale del Mare e ci stiamo preparando ai 72 posti di terapia intensiva. Vorrei ricordare che a Napoli abbiamo 5.622 persone in isolamento domiciliare perché positive, 178 ricoverate in ospedale e altre 6.023 a casa in sorveglianza perché a contatto stretto con positivi: oltre 11.823 cittadini napoletani. Ad agosto erano 502 in tutto. Zuccarelli ha usato parole forti come tsunami e ha fatto bene perché la situazione è complessa". 

A proposito del "residence" Verdoliva spiega i criteri: "questa struttura accoglie il paziente che potrebbe andare a casa perché guarito. Abbiamo analizzato condizioni abitative che non consentono la convivenza: un solo bagno, pochi metri quadrati con molte persone, fragilità all'interno del nucleo familiare. Invece viene seguito da remoto da infermieri e medici. C’è il bagno in camera con doccia, il wifi, il telefono e tutti comfort in quanto non è semplice stare chiusi da soli in una stanza".

Sui posti letto Verdoliva aggiunge: "ci sono, abbiamo creato una rete in Campania e li stiamo aprendo man mano. Nuovi posti significa però sospendere altre attività: 40 infatti all'Ospedale del mare vuol dire toglierne all'attività chirurgica non urgente. Per quanto riguarda invece i positivi: curiamo le persone ma rischiamo il collasso del sistema. Immaginate se si dovessero creare focolai nelle forze dell'ordine o strategiche, come per un ospedale. La pericolosità del contagio non si conta solo nei positivi ma nei parametri che sono significativi e portati all'attenzione. Se si ammalano tutti i tassisti o gli autisti di mezzi pubblici? È questo il rischio del collasso. Ecco perché con il presidente De Luca, che ci sta addosso ogni giorno, puntiamo ad evitare i contatti". 

Infine, rispetto all'età dei positivi Verdoliva spiega i grafici dell'Asl: "Sono cambiati i flussi da marzo. Aumentati i contagi tra i 30enni. Riusciamo a contenere ancora la fascia dai 70-75 anni in poi ma anche qui ci sono incrementi. Ieri l'unità di crisi è durata 6 ore perché non si prendono a cuor leggero queste decisioni".