Il presidente Conte e il ministro Gualtieri illustrano i contenuti della manovra fiscale per il 2021. Avra' un valore che si avvicina ai quaranta miliardi di cui venticinque di nuovo deficit e quindici come dote del Recovery fund. Anche se le risposte mostrano molto ottimismo non c'e' alcuna certezza sui tempi e le modalita' di erogazione dei contributi europei. Per questa ragione quello illustrato in conferenza stampa diventa inevitabilmente un elenco di titoli con le cifre chiave dell'intervento. Quello che serviva per preparare il Documento programmatico di bilancio da mandare a Bruxelles. Un appuntamento non piu' rinviabile considerato che la scadenza era il 15 ottobre.

Per il resto ci sono solo progetti che la ripida risalita del Covid potrebbe variare. Non a caso il decreto legge collegato ha cambiato impostazione piu' volte, fino alla decisione di mandare in Gazzetta solo la parte fiscale lasciando a un secondo provvedimento l'estensione temporale della Cassa integrazione e le misure sul lavoro. Il decreto-bis arrivera' presto, promette il ministro dell'Economia Gualtieri nel corso della conferenza stampa confermando che il blocco dei licenziamenti si concludera' il il 31 dicembre. Poi si aprira' il confronto con i sindacato. In ogni caso, spiega il ministro, la rimodulazione delle risorse finora non spese permettera' al provvedimento di "garantire sostegno ai settori oggetto delle misure piu' restrittive" nella nuova lotta alla pandemia. Anche per questo il contenuto definitivo della manovra, pero', arrivera' senza troppa fretta, perche' le ipotesi circolate in questi giorni parlano di un approdo alla Camera tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre, dopo una probabile seconda tappa a Palazzo Chigi, in vista di un passaggio parlamentare che dovra' fare i conti con le difficolta' prodotte dal Covid anche fra deputati e senatori.

Poi, come al solito, ci sara' il maxi emendamento di fine anno. Non ci daranno nuove tasse ha promesso il premier Conte: " Una scelta precisa -annuncia- un indirizzo politico che abbiamo perseguito fino all'ultimo nonostante la grave recessione economica e sociale". Per mantenere questa impostazione, pero', serve che i sussidi dell'Europa arrivino il piu' presto possibile e con una forte componente dei contributi a fondo perduto per non far salire il debito. Ed e' anche per questo che molti interventi vengono calendarizzati per la seconda meta' dell'anno. Per esempio l'assegno unico (punto caratterizzante di questa manovra) arrivera' a giugno. Costera' circa 3 miliardi nel 2021 e cinque-sei a regime. L'importo dovrebbe variare fra 50 e 250 euro in base alle condizioni economiche della famiglia.

Ci saranno otto miliardi per la riforma fiscale, 4 miliardi in piu' per la sanita' (erano due nella vesrione iniziale) 1,2 miliardi per la scuola, l'azzeramento dei contributi per l'assunzione degli under 35 e la fiscalita' di vantaggio al sud. Il Recovery Fund pero' e' centrale. Cosi' il capitolo degli investimenti resta un foglio bianco: sia quelli privati legati al piano "Transizione 4.0". Sia quelli pubblici di cui il ministro Gualtieri ha segnato una cifra (50 miliardi) e una data (2035) troppo generici per avere sostanza definita. Anche molti degli interventi per la ripresa dovranno aspettare i fondi Ue. A partire, a quanto sembra, dall'ampliamento del super-bonus del 110%, oggi finanziato fino al 2021. La legge di bilancio si occupera' invece di confermare per il prossimo anno i bonus edilizi tradizionali del 50 e del 65 per cento. La partita su plastica e zucchero, che ha concentrato su di se' il tratto finale del confronto nella maggioranza, ha in realta' un impatto limitato sui conti. Lo stop, chiesto da Italia Viva per evitare il debutto di due tasse in una fase complicata per l'economia, metteva in discussione i circa 520 milioni di gettito attesi l'anno prossimo dalla Plastic e i 261 previsti per la Sugar Tax. Il rinvio al 1° luglio sposta quindi 400 milioni. Nel rush finale e' stato rinforzato il fondo ristori fino a quota 4 miliardi per le categorie (come ristoranti, bar, alberghi) che saranno colpite dal nuovo irrigidimento sulle nome sul distanziamento sociale. La Cassa integrazione e' arrivata a totalizzare 5 miliardi fra rimodulazione di fondi non spese (1,5 miliardi, per decreto) e risorse aggiuntive. Allo stesso filone appartengono molti interventi sulle imprese, a partire dall'allungamento della moratoria sui mutui e dei sostegni alla patrimonializzazione.