San Nicola Manfredi

Chiamato in causa in maniera diretta, non si fa attendere la risposta di mister Pinto alle parole di Pino Di Paola, ex capitano del Real San Nicola, la persona che non ha usato mezzi termini per dare un nome e cognome alla sua decisione di voler salutare la sua creatura per passare al Sant'Angelo durante questa stagione.

 

LA MOTIVAZIONE - “Ho letto tutta l'intervista – inizia il tecnico del Real – e devo dire che ci sono diverse inesattezze, o meglio situazioni raccontate in modo unilaterale e non veritiere. Ha parlato di ultima ruota del carro. Da premettere che non ho mai trattato alcun giocatore come ho trattato Di Paola in questi anni. Il problema è che Pino non ha voluto accettare un declino fisico dovuto allo stravolgimento della sua vita. Situazioni che non gli hanno permesso di poter mantenere il passo degli altri. E' sempre stato impeccabile negli allenamenti e questo era il segreto della sua freschezza che va al di là della carta d'identità. Il suo declino è iniziato un paio di anni fa. Non si è mai allenato come prima ma l'ho sempre fatto giocare nonostante qualche malumore all'interno dello spogliatoio”.

 

I FATTI – E allora via al racconto di mister Pinto che passa attraverso varie situazioni vissute nelle ultime due stagioni.

“La situazione è cambiata il 22 dicembre nella gara contro il Campoli che, in quella stagione, si giocava la vetta col Real Pagani. Mi resi conto che in quella gara Di Paola non era in condizioni ma l'ho messo in campo non facendo il bene della squadra. La sua prestazione è stata deficitaria, tanto che qualcuno tra i ragazzi si è anche lamentato per il suo impiego. Non aveva il passo rispetto agli altri ma, conoscendolo, sapevo che ci sarebbe rimasto male se l'avessi messo in panchina, e poi c'era la sosta natalizia e non volevo rovinargli le feste. Alla ripresa, contro il San Giovanni, decisi di farlo partire dalla panchina ma lo avvisai in anticipo, cosa che non ho mai fatto prima. La prese male, arrivò al campo e non salutò nessuno. Proprio per questo fatto, nei giorni scorsi fece qualcosa di gravissimo: andò dal presidente chiedendo che fossi cacciato. Non è successo solo perchè lo stesso massimo dirigente lo convinse e tutto rientrò. Nonostante questa situazione, delle ultime 16 gare, ne ha giocate 13

 

LO SCORSO ANNO – La situazione non è migliorata lo scorso anno. Il tutto è precipitato già prima che il torneo cominciasse.

“Di Paola ha voluto avere un confronto con me a inizio stagione e sono stato subito chiaro con lui dicendogli che eravamo in 23, che non poteva prepararsi e allenarsi come prima e che non gli potevo garantire il posto. Lo avrebbe avuto se avesse dimostrato di essere quello di qualche anno prima. Ha voluto mettersi in gioco ma ha saltato tutto il precampionato e delle otto amichevoli giocate dal Real, ne ha disputate solo tre, chiedendo, peraltro, di giocare solo un tempo per poi andare via per questioni personali. Tre primi tempi giocati in maniera scadente perchè non riusciva a tenere il passo. Lo stesso è accaduto nelle prime gare ufficiali, prestazioni al di sotto delle aspettative. Così non è arrivata la convocazione per la prima gara casalinga e quando lo ha saputo ha cominciato a inveire nei miei confronti. Guarda caso, dopo questa gara il presidente Puzio mi ha esonerato. Dato il precedente, ho pensato che questa decisione derivasse dalla non convocazione di Di Paola. Non voglio essere malpensante, ma, ripeto, esiste un precedente legato a questa storia. La verità è che più volte abbiamo detto a Pino che non era in condizioni, ma non ha mai voluto accettare questa situazione”.

 

LA TELEFONATA MANCATA – Che il rapporto tra Di Paola e la squadra sia integro lo testimonia il fatto che l'ex capitano ha comunque preso parte alla festa promozione. Il vero problema è solo col tecnico.

“Durante i play off ha partecipato a tutte le feste evitando di salutare solo il sottoscritto. Di Paola vive di manie di protagonismo, ama stare al centro dell'attenzione. La società mi aveva chiesto di vincere, non potevo non tenere conto della sua situazione fisica. E poi, mi si consenta questa considerazione. Uno che ama il Real San Nicola ma decide di lasciarlo, non ha tutto questo affetto per la propria creatura. Era solo ricerca dell'attenzione che con noi non avrebbe potuto avere. Aspetta una telefonata da me? Siamo rimasti che questa telefonata avrebbe dovuto farla lui per prenderci un caffè e chiarire. Questa chiamata non è mai arrivata, questo caffè non l'abbiamo mai preso. Io sono solo sereno: ho trattato Di Paola come nessun altro giocatore.

 

IL FUTURO – Intanto comincia a correre voce di un contatto tra Pinto e il Rione Libertà. Tutto vero, anche se le due parti devono vedersi per capire se si può fare o meno.

“Col Rione non c'è nulla di concreto. Di sicuro col Real la storia si chiude qui. Lasciai una porticina aperta qualche tempo fa ma il gruppo non si è ricreato e allora ho comunicato alla società che preferisco interrompere. Andare al Rione Libertà non mi dispiacerebbe, Antonio De Cristofaro mi stima molto, ma per ora non c'è nulla di concreto”.

Fabio Tarallo