La questione migranti, a Cerreto Sannita, continua a essere argomento di discussione cardine in questi giorni. Dopo il manifesto a firma del sindaco Santagata, e da lui stesso definito provocatorio, che assicurava il diniego in qualsiasi caso all'arrivo di migranti e al "bivacco" che ne sarebbe derivato, la discussione è proseguita sui social.
Ora inteviene Domenico Ricci, presidente dell'associazione politico - culturale, "Da sempre per Cerreto", che condanna, senza mezzi termini, l'atteggiamento di Santagata sulla questione migranti.
Ricci, per il suo atteggiamento, sarebbe ascrivibile tra quelle "anime buone" che secondo Santagata non risolvono il problema col loro buonismo, e lo ammette infatti: «Pur consapevoli di correre il rischio di essere accusati di “speculazione politica”, da un lato, e di “ipocrisia e buonismo”, dall’altro, non possiamo tacere di fronte alle affermazioni apparse su un manifesto a firma del sindaco Santagata. Non possiamo lasciare che si pensi che quelle parole rappresentino il sentire di una intera comunità. Comprendiamo le preoccupazioni di chi vive in un piccolo centro come il nostro, già sofferente per la crisi economica e per tante altre cose, soprattutto quando si è bombardati da termini come “invasione” e “colonizzazione”, e comprendiamo la necessità degli amministratori di rassicurare i cerretesi. Ci saremmo aspettati, però, altre conclusioni e sicuramente altri toni».
I toni forti, secondo Ricci, sono utili al pari del "buonismo" secondo Santagata: non servono e non portano a soluzioni. Infatti il presidente dell'associazione afferma: «Noi, dalla nostra amministrazione, ci aspettiamo proposte che possano conciliare le difficoltà della nostra comunità con il dovere all’accoglienza, e non il cavalcare qualunquistico di certi luoghi comuni. Ci sarebbe piaciuto leggere che il sindaco, insieme all’amministrazione, stesse studiando soluzioni che riescano a tenere insieme la tranquillità del nostro paese con la richiesta di aiuto che lanciano queste persone. Sarebbe stato bello leggere che il comune di Cerreto proverà ad accogliere questi profughi proponendo loro, per esempio, di svolgere lavori di pubblica utilità, collaborando con la Curia (se possibile) per trovare alloggi, proponendo, magari, manifestazioni di scambio culturale con i nostri ospiti, ecc. ecc. ecc.».
Non c'è dubbio, in ogni caso, secondo Ricci, che la scelta del linguaggio sia infelice: «La solidarietà umana non può essere imposta a nessuno, questo è fuor di dubbio, ma ciò non sottrare i nostri rappresentanti dal dover scegliere con cura responsabilmente i linguaggi e trattare con il dovuto tatto i temi delicati in questione, consci del ruolo istituzionale che ricoprono di fronte ad ogni singolo cittadino, dal più giovane al più vecchio. Purtroppo, così non è stato. Purtroppo abbiamo letto che per i nostri amministratori i profughi (perché di questo si tratta) sono quasi delinquenti che verrebbero qui a “bivaccare”, alimentando l’equazione razzista che fa di questi disperati la fonte di tutti i nostri problemi».
Di qui la richiesta di una presa di distanze dalle parole del sindaco: «Il forte auspicio, di fronte a parole simili che fanno indignare perché non vanno nella direzione della dignità e del rispetto verso l’essere umano, è che anche i componenti del Consiglio Comunale di Cerreto Sannita, di maggioranza e di minoranza, prendano le distanze e si dissocino da questi toni poco consoni usati».
Crisvel