Benevento

La Polo di Daniel, il giovane rumeno sotto inchiesta per omicidio e violenza sessuale, era nel vialetto di accesso al resort con una probabilità del 99%. E' il dato al quale è pervenuta una consulenza sui tracciati del Gps della macchina, curata dall'Aeronautica – è stata depositata ed è a disposizione della parti – su incarico della Procura nell'indagine sulla morte di Maria, la bimba di 9 anni che il 19 giugno del 2016 era stata rinvenuta senza vita, annegata, nella piscina di un casale a San Salvatore Telesino.

Si tratta di una vicenda drammatica che a distanza di 4 anni e mezzo resta ancora senza soluzione. Perchè anche la perizia disposta nell'incidente probatorio sollecitato dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo, e fissato dinanzi al gip Vincenzo Landolfi, non ha offerto elementi di novità rispetto ad un quadro oramai consolidato.

E' quanto è emerso nello scorso luglio, quando sono stati ascoltati i tre specialisti ai quali nell'aprile del 2019 era stato affidato il compito di eseguire una serie di accertamenti: i professori Cristoforo Pomara, Ciro Di Nunzio (con il chimico Aldo Di Nunzio) e Francesco Sessa. Il loro lavoro è andato avanti per nove mesi, scanditi da analisi condotte con nuove metodiche e anche dalla riesumazione della salma della piccola per una ulteriore autopsia dopo quella effettuata all'epoca dal professore Claudio Buccelli e dal medico legale Monica Fonzo.

Complice il tempo e la scarsa quantità del materiale, i loro sforzi non sono però sfociati nell'estrapolazione di Dna, utilizzabili, dalle tracce di saliva, sangue e liquidi biologici rinvenute su alcuni indumenti: il jeans indossato dalla piccola la sera in cui la sua esistenza era stata spezzata per sempre; un pigiama e una canottiera della stessa che erano stati trovati nella sua casa, un pantalone di Daniel Ciocan.

I periti hanno poi escluso, perchè manca la prova, che Maria avesse subito abusi sessuali. Una circostanza, quest'ultima, che, secondo gli inquirenti, rappresenta il movente del delitto della piccola, che Daniel avrebbe spinto nella piscina per timore che lei rivelasse gli abusi di cui sarebbe stata vittima.

Un'ipotesi di reato, quella della violenza, prospettata nel 2019 anche nei confronti dei genitori della bimba – sono rappresentati dagli avvocati Fabrizio Gallo e Serena Gasperini-, dopo l'archiviazione, stabilita dal gip Flavio Cusani, della posizione di Cristina Ciocan (le era stato addebitato il concorso in omicidio), sorella di Daniel, difeso dall'avvocato Salvatore Verrillo.

L'inchiesta è proseguita con nuovi interrogatori e, come detto, una ulteriore consulenza sul Gps che ha corroborato le iniziali conclusioni. Alle quali sono state opposte quelle della difesa, secondo le quali la Polo non era nel vialetto, dove sarebbe potuta entrare dopo l'apertura di un cancello, offrendosi alla vista dei clienti di un pub che ha sede nella struttura, ma in un parcheggio che costeggia un lato del resort.

E' li che, ha sempre sostenuto Daniel, era stata lasciata perchè lui e la sorella dovevano raggiunge l'abitazione di una persona che festeggiava il compleanno. Come più volte ricordato, per Daniel e Cristina erano stati chiesti gli arresti, ma il gip Cusani aveva detto no con una decisione ribadita dal Riesame e, infine, dalla Cassazione, ai quali aveva fatto ricorso la Procura.