Avellino

Sedici milioni di debiti fuori bilancio non riconosciuti, il Comune non paga i debiti e la Prefettura non solo lo diffida ma invia il Commissario ad acta che potrà anche convocare il consiglio comunale. Due le pratiche che hanno innescato il provvedimento. Si tratta di due creditori che hanno già vinto il ricorso al Tar.

Il provvedimento del Palazzo di Governo è stato pubblicato ieri.

Dal 6 ottobre, il funzionario prefettizio, Antonio Napoletano, «si è insediato al Comune». Il 9 e 10 luglio 2019, il Tar di Salerno aveva accolto i ricorsi di Annalisa Manfregola e Pellegrino Volta, contro il Comune, «per l’ottemperanza del decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale di Avellino nel 2018, e condannavail comune a eseguire le sentenze». Ma l’anno dopo, il commissario Priolo dichiarava il pre-dissesto, e i decreti ingiuntivi, come tutte le altre azioni esecutive «venivano sospese fino all’approvazione o al diniego del piano». Il Tar ne prendeva atto, attendendo di fatto che il Comune approvasse il Bilancio di previsione e procedesse al riconoscimento dei debiti in Consiglio comunale, per poi pagarli. Mal’amministrazione di Gianluca Festa ha incassato il previsionale già un mese fa, ovvero lo scorso 7 settembre e tuttavia non ha ancora chiuso la ricognizione dei debiti, nonostante la richiesta della Corte dei conti. Inoltre ad oggi – continua il commissario ad acta – il comune non ha ancora convocato il Consiglio per l’approvazione».

E così l'ente viene diffidato a convocare il Consiglio comunale entro 25 giorni dalla delibera, (datata 7 ottobre). Altrimenti il commissario si sostituirà al Consiglio comunale.

Dall'esecutivo però la replica è netta: secondo l’assessore al Bilancio, Vincenzo Cuzzola, il metodo non sarebbe corretto. Tutto nascerebbe da un’errata interpretazione del Tar e, forse, anche degli avvocati.