“Al termine dell'ultima competizione elettorale che ha visto, anche se con un leggerissimo dato percentuale, il centro-destra sconfitto, il coordinamento provinciale di Forza Italia a Benevento è stato giustamente affidato ad horas dal responsabile Regionale De Siano a se stesso nell'attesa di individuare chi possa sostituire l'ormai ex coordinatore”.
Parte da qui l'analisi di Pietro Girardi, coordinatore Valle del Fortore di Forza Italia Giovani e prosegue “Gli ultimi accadimenti hanno lasciato spazio alla nascita di correnti che spingono verso un rinnovamento inteso come drastica e radicale Sostituzione della classe dirigente, abbassamento dell’età di chi é o era al vertice e una rifondazione che non solo non tenga conto e non rispetti il passato, ma che addirittura lo ripudi e lo cancelli.
Attenzione, il passato è fatto da uomini che negli anni hanno dato lustro alla nostra città e alla nostra provincia, non si può pensare di rinnovare il partito semplicemente e solamente con l’anagrafe : questo, a mio parere, sarebbe l’errore più grande. È il momento per tutto il movimento azzurro provinciale di ripartire dopo anni di inattività politica, figlia di quelle nomine piovute dall’alto. I giovani devono essere inseriti in un contesto forte per poter esprimere al meglio le loro potenzialità.
In un partito senza guida, com è attualmente Forza Italia, lasciare le redini nelle mani di giovani che guardano all'avvenire dimenticando le grandi opere e le grandi personalità che fino a ora hanno scritto la storia, potrebbe portare a una completa e nefasta implosione partitica. E' giusto rinnovare, è corretto ricostruire, è comprensibile che noi giovani aspiriamo a rendere questo partito sempre più forte e ambiamo a ricoprire incarichi di prestigio, ma rinnovare non deve divenire sinonimo di semplice e personale scalata sociale. Non dimentichiamo che il futuro deve essere costruito partendo da una solida base radicata nel presente, ma che deve inevitabilmente guardare al passato sia per imparare sia per non commettere eventuali errori già commessi.
In un momento sociale e politico delicato come questo la soluzione maggiormente congrua sarebbe quella di fondere passato e presente; da un lato le figure chiave che hanno combattuto affinché Forza Italia divenisse sempre più forte e dall'altro le nuove anime con le nuove idee. Rompere gli schemi preesistenti per crearne di nuovi che hanno in sé solo il desiderio di frattura con il passato e che portano in seno il seme della discordia politica e sociale non servirà a rafforzare un partito che ora, più che mai, ha bisogno di unione e non di lotte interne. Rinnovare non significa rivoluzionare distruggendo quanto finora costruito, rinnovare deve significare fare squadra e puntare soprattutto sulle IDEE, perché la nuova primavera di Forza Italia potrà sbocciare solo quando l'innovazione ideologica dei giovani,supportata dall'esperienza dei veterani, diverrà il traino del movimento.
Dobbiamo “potare” fortemente l’albero e procedere ad “innesti” di giovani virguti, capaci, entusiasti, leali, volenterosi e soprattutto dediti al sacrificio ed alla rinunzia, che abbiano idee e volontà di dedicarsi alla cosa pubblica non per interesse personale ma a vantaggio della comunità, rispettosi di chi la pensa diversamente che devono essere considerati avversari e non nemici da abbattere.
Il movimento provinciale di Forza Italia ha bisogno di una guida esperta, legata soprattutto agli interessi del movimento e non a quelli personali, un uomo che creda ancora in quel sogno nato nel 1994, e che oggi ammodernato ed adeguato alle nuove esigenze della società si ripropone e perciò capace di inserire con meritocrazia i giovani fino al momento in cui possano essi stessi essere pronti e capaci di guidare i processi futuri. Affidare il coordinamento e la gestione del partito nell'immediato a giovani o nuove personalità senza un Caronte, in grado di traghettare il movimento provinciale verso un ponderato rinnovamento, potrebbe voler dire bruciare anche quei giovani che, a livello politico, hanno proposte valide, capacità e idee, ma che con il peso di una responsabilità, come quella legata al nostro partito, potrebbero non avere braccia ed esperienza abbastanza forti da reggerne il peso.
Dobbiamo salvaguardare il partito e affidarlo a chi è realmente legato ai suoi ideali, non a chi usa Forza Italia come vetrina elettorale; dobbiamo affidarci a persone che da sempre fanno del partito azzurro una priorità e non un ripiego. Troppe volte gli interessi personali hanno sostituito quelli comuni, é ora di fare della meritocrazia il principio fondamentale, principio che ci porti a scegliere i nostri rappresentanti.
Questo è il momento di chiedere a gran voce la nomina di un coordinatore provinciale che possa essere il nostro moderno Caronte. Solo in questa visione della realtà i giovani potranno divenire il motore del nostro movimento. I nomi, legati alla storia del nostro partito e che hanno voglia di lanciare i giovani, ci sono.
Alla luce di ciò, una prima forma di rinnovamento potrebbe essere cancellare quell’idea di politica clientelare che già troppe volte ha contraddistinto l’intera carovana politica, anche all’interno, ahimè, di Forza Italia. Questa è la politica del passato, il “ti faccio il favore in cambio di un voto” è quella mala politica che ha spinto i cittadini ad allontanarsi dall’idea di buona e oculata politica. L'astensionismo registrato in questa tornata elettorale va considerato un campanello d'allarme per cui bisogna correre ai ripari mediante la politica del fare, quella politica vicina al popolo e alle sue esigenze.
A Benevento e in provincia abbiamo esempi lampanti di come la politica clientelare abbia portato ottimi risultati elettorali, la stessa politica che però a lungo termine ha minato le fondamenta di partiti grandi e piccoli. Mi auguro che finalmente Forza Italia a Benevento si rinnovi mescolando l’esperienza e l'affidabilità dei "big" con la voglia e l'entusiasmo dei giovani. Sogno un partito in cui la meritocrazia, la dedizione, la passione per la res publica possa spuntarla su clientelismo e opportunismo. Utopia?
Assolutamente no, perché credo che con l’aiuto e il sostegno di chi della buona politica ne ha fatto il suo credo e con l'impegno consapevole e mai pericolosamente ambizioso dell’intero movimento l'utopia diventa un sogno realizzabile.
Redazione