Apice

Il comune di Apice e la ditta Ibi Idroimpiantis.pa., dopo un contenzioso iniziato nel 2012, hanno raggiungono oggi un accordo in cui  Il Comune di Apice rinuncia a presentare appello avverso la sentenza numero 139 del 2015 emessa dal Tribunale di Benevento e si obbliga a versare alla società Ibi Idrobioimpiantis.p.a  46mila e 460 euro,  nonché a pagare le spese legali di 4mila e 300 euro da versare entro sette giorni dalla sottoscrizione della transazione.

E’ una vicenda legata al depuratore in zona Troisi, dove, con procedura transattiva, veniva affidato alla ditta Ibi spa, per l’importo di 84mila e 800 euro, la fornitura dell’impianto di depurazione  composto da un bacino unico compatto di grigliatura meccanica, ossidazione, sedimentazione secondaria e disinfezione, da porre in opera a valle della rete fognaria appaltata.

(Lavori resi possibili grazie ad un finanziamento regionale rientrante nell’ accordo di programma Quadro Tutela delle Acque e Gestione Integrata –utilizzo economie, che assegnava al comune di Apice, nel 2006, un finanziamento di 300mila euro per la realizzazione di opere connesse allo smaltimento delle acque reflue.  Finanziamento poi decretato dalla Regione Campania il 24 marzo 2009 per l’importo complessivo di circa 254mila euro e appaltato alla ditta Casamassa Donato ).

L’impresa Ibi spa a seguito dei lavori effettuati presso il depuratore Troisi emetteva una fattura nel 2007 di 46mila e 640 euro ed un’altra fattura nel 2010 di pari importo. La ditta ha poi fatto ricorso al Tribunale di Benevento per il mancato pagamento della seconda fattura, che il comune di Apice aveva cercato di far rientrare nel dissesto.

 Dopo un decreto ingiuntivo riconosciuto dal Tribunale di Benevento di circa 83mila euro, con una sentenza del 2012, nei riguardi del comune di Apice, e a favore della Ditta, si è arrivati alla sentenza definitiva numero 139 del 2015, con la quale il giudice accoglieva parzialmente il ricorso del comune di Apice e revocava il decreto ingiuntivo, stabilendo in 46mila euro la somma che il comune di Apice doveva versare nelle casse della ditta Ibi spa. Si ricorda che la ditta in un primo momento aveva chiesto 96mila euro.

Dalla delibera numero 75, si legge inoltre che: «Essendo i lavori eseguiti da Ibi Idroimpianti s.p.a. rientranti tra le spese di investimento assistite da contribuzione regionale gli stessi non rientrano nel dissesto ed in ogni caso risultano essere stati collaudati nell’anno 2010. Si ritine pertanto inopportuno appellare la sentenza numero 139 del 2015 che ha già accolto le ragioni dell’Ente riducendo l’importo del credito vantato a quello originariamente portato alla fattura numero 151 del 2007 e mai contestato dall’Ente». 

Michele Intorcia